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Si calcola che circa il 15-25% dei neonati soffra nei primi tre mesi di vita di quelle che si definiscono coliche gassose, crisi di pianto a volte molto prolungate che nascono da un dolore intestinale dovuto al passaggio dell’aria nell’intestino. Anche se le coliche possono mettere a dura la serenità dell’intera famiglia, non sono il sintomo di una malattia: tendono infatti ad avere risoluzione spontanea attorno al terzo mese.
Si tratta quindi di armarsi di pazienza adottando alcune piccole strategie che possono essere d’aiuto per contenere il problema. Tenendo sempre presenti alcuni punti fermi; il primo è quello di non sospendere l’allattamento: il latte materno ha caratteristiche tali che lo rendono perfettamente digeribile e non certo responsabile delle coliche.
Cosa sono le coliche
Il neonato, anche se tranquillo fino a un attimo prima, comincia ad agitarsi, diventa irrequieto, solleva le gambe verso la pancia e scalcia. Naturalmente piange, con un pianto forte che può durare anche fino a tre ore mettendo in allarme i genitori. Sono queste le tipiche manifestazioni di una colica gassosa del neonato, un disturbo molto frequente che tende a ripetersi giornalmente, quasi sempre negli stessi orari, in genere quelli del tardo pomeriggio/sera.
Per quanto il problema sia particolarmente sentito, dal momento che pone gli adulti in uno stato di impotenza, di ansia e di frustrazione, non sono state ancora ad oggi accertate quali siano le reali cause delle coliche dei neonati. Che non rappresentano in ogni caso una patologia: la letteratura scientifica tende, infatti, a definirle oggi come una “sindrome comportamentale” che si caratterizza per un pianto improvviso e intenso, prolungato e accompagnato da dolori intestinali con emissione di aria.
Non è detto comunque che sia la presenza di aria a determinare il pianto; a volte succede proprio l’inverso: il pianto favorisce l’accumulo di aria in un circolo vizioso che aumenta l’irrequietezza e la sofferenza del piccolo. Del resto, gli episodi di pianto possono essere interpretati come un modo con cui il neonato esprime una serie di piccoli disagi che si presentano naturalmente in fase di sviluppo. Va tenuto presente, infatti, che un neonato piange per circa due ore al giorno nelle prime due settimane di vita per arrivare a due ore e dieci minuti attorno alle sei settimane.
Per distinguere quindi un pianto per così dire generico da un pianto dovuto a una colica si usano i criteri di Wessel con la cosiddetta «regola del 3»: si parla di coliche gassose quando il neonato piange più di tre ore al giorno, più di tre giorni alla settimana, per oltre tre settimane.
Quando iniziano le coliche nel neonato
Le coliche gassose possono presentarsi già nell’arco della seconda, terza settimana di vita, con frequenza e intensità variabile da neonato a neonato. Tendono a diventare meno frequenti nel secondo mese per poi sparire gradualmente nel corso del terzo mese e questa è la chiara testimonianza che non sono dovute a malattie o particolari problemi.
Nel caso invece le crisi di pianto continuassero anche nel quarto mese con la stessa frequenza è bene rivolgersi al pediatra dal momento che deve essere presa in considerazione la possibile presenza di malattie come il reflusso gastroesofageo oppure un’allergia alle proteine del latte. In ogni caso il problema delle coliche non va sottovalutato: si tratta infatti di episodi che mettono a dura prova la pazienza e la resistenza psicologica dei genitori che, in alcuni casi limite, possono essere spinti a scuotere violentemente il piccolo nel tentativo di farlo smettere di piangere con il rischio di provocare la sindrome del bambino scosso, grave condizione che può determinare danni neurologici anche permanenti.
Rimedi
Proprio perché le coliche nei neonati vengono vissute con sofferenza dagli adulti, è facile che questi cerchino di mettere in atto i rimedi, a volte più strani, per cercare di placarle. Alcune di queste strategie sono assolutamente da evitare, prima fra tutte quella di togliere al piccolo il latte materno pensando che sia “grasso” e provochi le coliche.
Allo stesso modo non sono da somministrare al neonato tisane, integratori o rimedi di vario genere, farmacologici ma anche naturali, che non siano stati consigliati dal pediatra. Ci sono però alcuni accorgimenti che si possono adottare per cercare di calmare il piccolo durante una colica: anche se non ci sono evidenze scientifiche della loro validità, vale la pena provare dal momento che non hanno controindicazione e non provocano effetti collaterali.
Ecco allora cosa si può fare:
- provare a tenere il bimbo accanto al petto con una fascia o un marsupio anche se ci si muove per casa
- molti neonati provano sollievo con il movimento; si può provare a cullare il piccolo magari cantandogli una ninna nanna oppure si può prevedere una passeggiata se il tempo lo permette. Importante non sentirsi in colpa se qualcuno per strada o al parco sofferma lo sguardo sul bebè che piange altrimenti si rischia di sommare stress a stress
- un massaggio al pancino con delicatezza può essere d’aiuto così come tenere il piccolo prono in modo che appoggi la pancia sul braccio del genitore cercando allo stesso tempo di rassicurarlo parlandoli con voce bassa e calma
- creare un ambiente il più possibile confortevole, abbassando le luci, controllando che non faccia né troppo freddo né troppo caldo, mettendo una musica dolce di sottofondo a basso volume
- è stato verificato che in alcuni casi i cosiddetti rumori bianchi, quelli della lavatrice, dell’aspirapolvere, del phon, purchè protratti per brevi periodi, possono avere un effetto calmante su alcuni neonati
- in ogni caso resta fondamentale un approccio il più possibile sereno al problema: un genitore che si mostra tranquillo e sicuro trasmette serenità anche al bimbo. Questo magari non farà passare le coliche ma serve a creare un clima più disteso all’interno della famiglia
- perché i genitori non si sentano esasperati dalle coliche del neonato è importante, infine, che cerchino aiuto e supporto in parenti e amici, anche solo per riuscire a ritagliarsi qualche momento da dedicare a se stessi in cui rilassarsi.
L’alimentazione della mamma, i consigli della nutrizionista Chiara Boscaro
«Anche se non esiste una dieta particolare che possa evitare le coliche così come non ci sono alimenti specifici che possano causarle, va sempre tenuto presente che curare con attenzione l’alimentazione della mamma può essere d’aiuto per limitare la frequenza e l’intensità degli episodi» spiega la dottoressa Chiara Boscaro, biologa nutrizionista presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza. «E’ bene quindi evitare o limitare alcuni cibi che possono aggravare il problema e che sono in sostanza tutti quelli in grado di rendere difficoltosa la digestione e favorire la formazione di aria nel tratto gastrointestinale». Si tratta di:
- alimenti e preparazioni ricchi di grassi e zuccheri
- crucifere, la grande famiglia dei cavoli, note per creare meteorismo e problematiche intestinali di vario genere
- cipolle
- legumi: per non privarsi delle loro elevato contenuto in proteine vegetali durante la fase dell’allattamento si possono impiegare legumi decorticati.
- caffè e tè nonché altre bevande contenenti caffeina che hanno effetti eccitanti e stimolanti. In sostituzione si possono bere orzo oppure caffè decaffeinato e tè deteinato
- latticini: alcuni neonati possono essere sensibili all’assunzione del latte vaccino da parte della mamma e questo può suggerire di utilizzare latte, yogurt e altri prodotti caseari ad alta digeribilità.
Questi gli ulteriori suggerimenti che arrivano dalla dottoressa Boscaro:
- importante che la mamma mantenga sempre una corretta idratazione assumendo dai due ai tre litri di liquidi al giorno
- attenzione ai repentini cambiamenti nel regime alimentare: alcuni neonati possono essere sensibili e questo può favorire la formazione di aria e le conseguenti coliche.
- va sempre ricordato che in presenza di coliche gassose del piccolo l’allattamento al seno non va interrotto anche perché il latte materno, grazie alle sue caratteristiche peculiari, mantiene in equilibrio il microbiota intestinale così da favorire la corretta digestione e l’assorbimento dei nutrienti limitando la formazione di gas che provocano le coliche.
- in caso di allattamento artificiale possono essere d’aiuto i latti anti-coliche che devono sempre essere consigliati dal pediatra. Va prestata attenzione in questo caso alla scelta del biberon preferendo quelli con una doppia valvola che impedisce alle bolle di aria di mescolarsi al latte evitando così che il neonato ingurgiti aria durante il pasto.
- da ultimo vale comunque il consiglio di stare il più possibile tranquille e non allarmarsi eccessivamente per le coliche che in genere si risolvono in un arco di tempo relativamente breve: la pazienza in questi casi è di grande aiuto.
In breve
Le coliche gassose del neonato iniziano già attorno alle prime settimane di vita e tendono a scomparire attorno al terzo mese. Possono rendere ansiosi e frustrati i genitori: in realtà non sono sintomo di malattie e non dovrebbero quindi preoccupare eccessivamente. Alcuni piccoli accorgimenti possono essere utili per migliorare la situazione.