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Quello dell’ antibiotico-resistenza è un problema molto grave e riguarda in particolare i soggetti più fragili dal punto di vista immunitario, per esempio i neonati, per i quali le infezioni batteriche rappresentano una delle principali cause di malattia e mortalità.
Un pericolo per i più piccoli
Gli antibiotici vengono spesso utilizzati in modo eccessivo e non sempre corretto, provocando l’aumento di microrganismi multiresistenti. Secondo Mauro Stronati, presidente della Sin, Società italiana di neonatologia, la storia della scoperta di nuove classi di antibiotici insegna che l’emergere di resistenze avviene naturalmente non appena l’antibiotico viene utilizzato. La sempre più frequente presenza di microrganismi multiresistenti rappresenta un pericolo per i più piccoli e trovare soluzioni adeguate è una delle sfide prioritarie del prossimo decennio, che necessita di un’azione su due fronti: impegno delle case farmaceutiche e il rafforzamento della prevenzione, anche attraverso l’adozione di un protocollo rigoroso all’interno degli ospedali e nelle cure che prevedono l’impiego di antibiotici.
L’Italia è uno dei Paesi più a rischio
L’Italia è tra i Paesi più a rischio, perché è tra quelli dove i batteri, a causa dell’uso massiccio di antibiotici negli ultimi decenni, sono divenuti più resistenti. Secondo l’European centre for disease prevention and control, il nostro Paese è al quinto posto per utilizzo giornaliero di antibiotici dopo Grecia, Francia, Lussemburgo e Belgio. È necessario, quindi, modificare il modo di trattare le infezioni e di utilizzare i farmaci antimicrobici. Secondo i neonatologi italiani, il problema delle resistenze batteriche va affrontato a livello locale e globale, prevenendo le infezioni e promuovendo la scoperta di nuove molecole attraverso programmi di ricerca e stabilendo accordi con le case farmaceutiche. L’Italia si è già attivata con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha confermato “il riconoscimento di questa emergenza come una priorità di sanità pubblica”.