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Antibiotici per neonati salvavita. Hanno permesso di curare milioni di pazienti in tutto il mondo, aiutandoli a sconfiggere infezioni di vario tipo. Ma a breve gli antibiotici potrebbero non essere più efficaci. Non tutti perlomeno e non in tutte le persone. Persino i neonati rischiano di sviluppare una resistenza a questi farmaci. A lanciare l’allarme è stata l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, ribadendo quanto già espresso dalla Sin, la Società italiana di neonatologia, lo scorso anno.
Spesso sono usati in modo inappropriato
Gli antibiotici sono molecole molto efficaci nello sconfiggere i batteri. Purché vengano utilizzati correttamente. Purtroppo, spesso non è così: in molti casi vengono prescritti quando non ce ne sarebbe bisogno, cioè in presenza di una malattia di origine virale o comunque non batterica. Il risultato è che l’organismo rischia di sviluppare una resistenza, cioè di diventare in qualche modo insensibile agli antibiotici, non rispondendo più alla loro azione.
Un problema presente anche in epoca pediatrica
Quello della resistenza agli antibiotici per neonati è un problema molto serio. Basti pensare che l’Oms ha stimato che dal 2050 i decessi per microrganismi multiresistenti saranno 10 milioni all’anno, superando anche quelli per neoplasie, che sono circa 8 milioni ogni 12 mesi. A differenza di quanto pensano in molti, il rischio non riguarda solo gli adulti: anche i bambini corrono dei pericoli, fin dalla più tenera età. Del resto, è noto che alcuni pediatri ricorrono con grande frequenza a questi farmaci, quando in realtà solo un numero contenuto di malattie richiederebbe questa cura.
Meglio fare esami prima della prescrizione
In Italia il fenomeno è molto diffuso, tanto che già lo scorso anno la Sin era intervenuta sull’argomento. “La scelta di prescrivere o non prescrivere gli antibiotici da parte del pediatra può essere a volte molto difficile. In generale si può dire che se da un lato è vero che è necessario e urgente ridurre l’uso inappropriato di antibiotici, e l’ideale sarebbe poter sempre iniziare un trattamento antibiotico sulla base di esami colturali, a volte, quando i dati clinici e di laboratorio lo richiedono, deve essere messa in atto una terapia empirica” hanno detto i medici della Sin.