Argomenti trattati
L’angioma nei bambini, da non confondere con i nei, ha origini antiche. Credenze popolari le indicano come manifestazioni di voglie insoddisfatte della mamma durante l’attesa, per questo vengono ancora oggi chiamate “voglie di fragola” o di vino.
Una proliferazione di vasi sanguigni
Il termine scientifico è angioma nei bambini e indica un’anomala proliferazione di alcuni vasi sanguigni, per un difetto nel loro sviluppo, circoscritta a una zona limitata della pelle. Una malformazione che può essere congenita, e quindi già presente alla nascita, o acquisita, nel qual caso compare in epoca successiva. Ne esistono di molti tipi e vengono suddivisi in emoangiomi o angiomi immaturi, e malformazioni vascolari.
Gli emoangiomi
Questi sono presenti nel 10% circa dei neonati a termine e nel 30% degli immaturi, in percentuale leggermente più elevata nel sesso femminile. Tra questi, un terzo è già presente al momento della nascita, e due terzi compaiono entro le prime settimane di vita. Questi angiomi nei bambini si manifestano come macchie rosse, in rilievo rispetto al piano della cute. L’emangioma immaturo cresce rapidamente fino a i 9/12 mesi, epoca in cui si assesta e comincia lentamente a regredire, schiarendosi e appiattendosi, fino ai 7-8 anni di età.
Le malformazioni vascolari
Le più comuni malformazioni vascolari sono gli angiomi piani o malformazioni capillari piane. Si presentano come macchie cutanee non rilevate di colore dal rosa al rosso violaceo che persistono senza modificazioni e non tendono a regredire spontaneamente. Se sono di dimensioni importanti e soprattutto se sono collocati in zone visibili, conviene trattarli il più presto possibile, anche intorno all’anno di età.
Si curano così
Se si tratta di un emangioma, generalmente non viene consigliato alcun trattamento, ma si attende l’involuzione spontanea, a meno che non sia localizzato in prossimità di occhi, naso o bocca. Questi angiomi infatti sono caratterizzati da una rapida crescita che potrebbe rendere difficoltoso per il bambino respirare, alimentarsi o comprometterne lo sviluppo della funzione visiva. In questi casi la terapia più utilizzata è quella con il propanololo, un farmaco beta-bloccante. Il propanololo è un farmaco ben tollerato, che può essere adoperato anche per periodi prolungati, purché sotto controllo medico.
Sia per gli angiomi piani che per i capillari residui di emangiomi, il trattamento d’elezione è invece il dye laser, che emette un’onda luminosa in grado di colpire il pigmento rosso-violaceo dei capillari. Il trattamento è un po’ doloroso, per questo si fa in anestesia generale fino ai 9 anni circa. Il numero di sedute varia in base alla risposta individuale; generalmente vengono effettuate a un mese o più di distanza l’una dall’altra, evitando il periodo estivo.