Argomenti trattati
Negli ultimi anni sono state avviate numerose campagne di sensibilizzazione e informazione sui rischi del fumo passivo e gli esperti hanno lanciato moltissimi appelli per combattere quella che è considerata una vera e propria piaga moderna. Nonostante ciò, ancora oggi sono troppi i neonati esposti al fumo passivo, come rivelano i dati raccolti nel corso di “Piccolipiù”, il primo studio italiano sui determinanti della salute infantile, coordinato dal Dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario regionale della Regione Lazio.
Uno studio su 3 mila bambini
Per ora, la ricerca ha coinvolto 3.000 neonati e le loro mamme. I genitori sono stati invitati a compilare un questionario abbastanza approfondito riguardante lo stile di vita della famiglia, le professioni svolte da entrambi, le attività praticate nel tempo libero. Inoltre, gli autori hanno chiesto loro di fornire informazioni circa la crescita del bambino, la dieta seguita, l’ambiente in cui cresce, eventuali malattie o cambiamenti in quattro momenti: a 0, 6, 12 e 24 mesi. Alla nascita, tutti i piccoli e le mamme sono stati sottoposti a prelievi di campioni biologici (sangue della mamma e del cordone ombelicale), conservati in una banca appositamente creata all’Istituto superiore di sanità a Roma. Lo scopo degli studiosi è raccogliere il maggior numero possibile di dati sulla correlazione fra stile di vita dei genitori, gravidanza e salute dei bambini.
Vittime innocenti
Dall’analisi dei primi dati è emerso che l’esposizione al fumo passivo durante la vita intrauterina e i primi anni dell’infanzia è ancora elevata. Infatti, almeno il 25% delle donne incinte e il 20% dei lattanti sono vittime di questo killer. Oltretutto, ben il 17% di questi bambini è costretto a respirare aria inquinata dal fumo di sigaretta per più di un’ora al giorno.
A rischio la salute dell’apparato respiratorio
Probabilmente, proprio l’esposizione al fumo passivo è fra le cause delle malattie all’apparato respiratorio registrate nei primi mesi di vita dei bambini. Stando allo studio, il 4,8% dei piccoli ha contratto più di quattro infezioni delle alte vie respiratorie nei primi anni di vita. Non solo: fra il 7 e il 14% dei partecipanti alla ricerca sono stati vittime di almeno un episodio di bronchite, bronchite con asma o bronchiolite.
Troppe le cattive abitudini
È importante aggiungere che durante la gravidanza molte delle donne che hanno preso parte alla ricerca, oltre a non preoccuparsi del fumo passivo, non hanno nemmeno adottato altre buone abitudini. Per esempio, alcune hanno bevuto alcol, altre non hanno praticato attività fisica, poche hanno assunto l’acido folico e molte erano in sovrappeso.