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Quando il neonato “versa troppe lacrime” potrebbe essersi verificata un’ostruzione del dotto vaso-lacrimale, un problema piuttosto comune nei neonati che tende, nella quasi totalità dei casi, a risolversi in modo spontaneo con la crescita. Il dotto naso-lacrimale è un sottile canale che, partendo dal bordo della palpebra inferiore (in corrispondenza del’angolo interno dell’occhio), raggiunge l’interno del naso per fare rifluire le lacrime nella gola.
Spesso alla nascita questo canale risulta ostruito in modo parziale per effetto della presenza di una valvola (costituita da sostanza fibrosa) che di solito si apre durante le prime settimane di vita o, più di rado, intorno ai 6-9 mesi. Proprio per questo motivo lo scarico delle lacrime del bebè in molti casi si blocca determinando una lacrimazione eccessiva (non rifluendo attraverso il canale, le lacrime strabordano dalla palpebra), oltre che il ristagno di liquido lacrimale nell’occhio, la presenza di materiale mucoso e purulento (lo “sporco” presente sulla superficie dell’occhio che di norma viene fatto scorrere via dalle lacrime tende, infatti, ad accumularsi) e l’irritazione e l’arrossamento della palpebra inferiore.
Che fare
Per ridurre gli effetti fastidiosi provocati dall’ostruzione del dotto naso-lacrimale e prevenire la comparsa di infezioni (per esempio, la congiuntivite) è bene seguire alcuni specifici accorgimenti:
- lava con cura gli occhietti del bebè utilizzando compresse di garza imbevute di soluzione fisiologica (puoi acquistarla in farmacia) o acqua bollita lasciata raffreddare, almeno 3 volte al giorno allo scopo di rimuovere l’accumulo di secrezioni;
- cerca di mantenere sempre libero il nasino del piccolo, soprattutto quando è raffreddato, anche in questo caso effettuando lavaggi con soluzione fisiologica: il muco presente nel naso, infatti, tende a risalire verso l’occhio finendo per aumentare l’ostruzione del canale vaso-lacrimale;
- massaggia attraverso la palpebra l’angolo interno dell’occhio del bambino facendo pressione con la punta dell’indice dall’alto verso il basso e dall’esterno verso l’interno al fine di favorire lo sblocco dell’ostruzione.
Se i sintomi caratteristici del disturbo dovessero persistere oltre i 10 mesi di vita è necessario, invece, consultare un’oculista che valuterà l’opportunità di ricorrere a un intervento chirurgico che consiste nell’aprire il dotto tramite un lavaggio delle vie lacrimali da eseguirsi in anestesia grazie all’utilizzo di una piccola sonda.
Le lacrime puliscono e nutrono l’occhio
Le lacrime, prodotte dalle ghiandole lacrimali in modo continuativo (circa 2-3 al minuto), formano il velo lacrimale che consiste in una pellicola liquida, composta per lo più da acqua ma anche da sostanze nutritive e di difesa (antibatterici naturali), che riveste la superficie dell’occhio. Questo film ha lo scopo di idratare e ripulire la superficie oculare asportando le sostanze di rifiuto e di nutrire la cornea (la parte anteriore dell’occhio) che, proprio dalle lacrime, assorbe gli elementi nutritivi e l’ossigeno necessari al suo mantenimento. Un’importante funzione, infine, è quella svolta dall’”ammiccamento” (lo sbattere periodico delle palpebre) che permette alle lacrime di distribuirsi in modo uniforme sulla superficie dell’occhio oltre che convogliarle verso il dotto naso-lacrimale da dove poi rifluiscono nella gola. Accanto alla produzione “basale” delle lacrime appena descritta, esiste però anche quella “riflessa” provocata cioè da cause esterne quali una forte emozione o un’irritazione dell’occhio.