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Una terapia intensiva che permette ai genitori e ai bambini di stare costantemente vicini. È quella inaugurata all’ospedale San Giovanni Calibita – Fatebenefratelli sull’Isola Tiberina, a Roma. La struttura è accessibile 24 ore al giorno con conseguente incremento dei benefici sia per i piccoli pazienti sia per i neogenitori.
Sempre aperto, vantaggi per tutti
Riduzione dello stress familiare, maggiore conoscenza delle cure alle quali sono sottoposti i bambini, agevolazione del contatto “pelle a pelle” tra genitori e figlio, anche detto “marsupioterapia”, che ha evidenziato gli effetti positivi sul metabolismo dei piccoli, riappropriazione della funzione genitoriale, stabilità e sviluppo psico-motorio dei neonati: sono solo alcuni dei benefici che il nuovo servizio dell’Unità di pediatria, neonatologia e terapia intensiva neonatale (Tin) dell’Ospedale San Giovanni Calibita – Fatebenefratelli all’Isola Tiberina, aperto 24 ore al giorno, produrrà. L’iniziativa risponde anche alle raccomandazioni espresse di recente dal Tavolo tecnico ministeriale per l’allattamento al seno (Tas) che aveva sottolineato i vantaggi dell’accesso libero dei genitori nei reparti di cura neonatale.
Prima struttura nel Lazio
Si tratta della prima struttura ospedaliera del Lazio a offrire ai genitori e ai piccoli ricoverati la possibilità di stare vicini in qualsiasi momento della giornata. Il nuovo servizio ha aperto al pubblico in occasione della Solennità di San Giovanni di Dio, Fondatore dei Fatebenefratelli.
Assistenza no-stop ai neonati
Ogni anno nella struttura avvengono oltre 4.000 parti e la terapia intensiva neonatale assiste circa 600 neonati con patologia, di cui 400 prematuri. “La letteratura scientifica internazionale – spiega Luigi Orfeo, primario della Unità di pediatria, neonatologia e tin dell’ospedale – già dai primi anni ‘70 ha dimostrato l’utilità di consentire ai genitori l’accesso libero alla terapia intensiva neonatale, favorendo l’attaccamento madre-bimbo () e migliorando gli sviluppi futuri della personalità del bambino”.
Favorito l’allattamento al seno
In questo modo si favorisce anche l’allattamento al seno, ottimizzandone la produzione e l’avvio, grazie al contatto costante tra la mamma e il bambino. “Si tratta di un ulteriore traguardo raggiunto nell’importante percorso di accoglienza che il Nosocomio porta avanti da molti anni con i familiari dei bambini ricoverati – commenta ancora Orfeo – Ci siamo attrezzati soprattutto con corsi di comunicazione e di formazione rivolti al personale per interagire al meglio con i genitori nel tempo prolungato e favorire la loro presenza in reparto affinché possano stare vicino al bambino e accudirlo in ogni momento della giornata, insieme agli operatori presenti”.