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Colpisce meno dell’1% dei neonati sani, ma è frequente nei piccoli con infezioni delle vie urinarie (dal 20% al 50%). Il 30% dei fratelli di coloro che ne hanno sofferto presenta lo stesso problema.
Valvola difettosa
Come dice il nome, il reflusso vescico-ureterale è un disturbo causato da un difetto della “valvola” che serve a eliminare l’urina. In pratica la pipì, anziché lasciare la vescica attraverso l’uretra, risale ai reni attraverso gli ureteri, provocando infezioni e disturbi. Nei casi più seri, è inevitabile ricorrere alla dialisi.
Come si scopre…
A seconda della quantità di urina che torna indietro (verificabile con un esame radiologico chiamato “cistouretrografia minzionale”, ben tollerato e indolore), si possono identificare 5 gradi di reflusso. Dalla definizione dell’intensità del disturbo, dipende la scelta della terapia. In molti casi, comunque, il reflusso vescico-uretrale si risolve spontaneamente durante la crescita, tenendo il bimbo sotto controllo.
… e come si cura
Se ciò non accade, ci sono tre possibilità: la cura a base di antibiotici, spesso protratta per anni, serve a trattare le infezioni in atto e a prevenire le nuove; l’intervento chirurgico, risolutivo in un’elevata percentuale di casi, consiste nel modificare la posizione degli ureteri in modo da rendere più difficile il reflusso dell’urina; il trattamento endoscopico: in pratica, attraverso un cistoscopio (un minuscolo dispositivo ottico inserito attraverso l’uretra), si inietta una sostanza nella vescica, in modo da formare nel punto di sbocco degli ureteri un piccolo rigonfiamento che rende più difficile il reflusso vescico-uretrale. Il trattamento endoscopico viene eseguito in anestesia, dura solo 30 minuti, non comporta cicatrici, dà risultati immediati e rende possibile liberare dal reflusso già alle prime avvisaglie. Il piccolo può tornare a casa il giorno stesso o il mattino seguente.