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Chi l’ha detto che sono un gioco solo da femminucce? Le bambole piacciono anche ai maschi, perlomeno nei primi mesi di vita. È questa la conclusione cui è giunto uno studio condotto da un gruppo di ricercatori americani e australiani, dell’University of Western Sydney e dell’University of California, pubblicato sul Journal of Experimental Child Psychology.
Dai tre ai cinque mesi di età
La ricerca ha riguardato un gruppo di neonati maschi, di età compresa fra i tre mesi e mezzo e i cinque mesi. Gli autori hanno cercato di capire quali fossero i loro giocattoli preferiti ricorrendo alla tecnologia di tracking degli occhi. In pratica, hanno proiettato su uno schermo due oggetti differenti, analizzando la durata e la frequenza degli sguardi dei bambini. Dall’analisi dei risultati, è emerso che fino ai cinque mesi i bambini maschi erano più attratti dalle bambole che da automobiline e da oggetti meccanici.
La società spinge verso la differenziazione
Secondo gli autori è solo con la crescita che subentrano differenze nette nelle preferenze dei due sessi. Le ragioni? Sicuramente, un ruolo essenziale è svolto dal contesto culturale. I comportamenti dei genitori e delle altre persone, le pressioni sociali, i messaggi trasmessi dalla società inducono i bambini ad allontanarsi dagli oggetti più tipicamente femminili, come le bambole e le pentoline, per avvicinarsi a quelli più prettamente maschili, come le costruzioni.
Differente sviluppo cognitivo
Occorre considerare, poi, che nel corso degli anni maschi e femmine vanno incontro a un differente sviluppo cognitivo. Il cervello cambia in modo diverso nei due sessi, per cui è normale che i bambini mostrino una preferenza per determinati giochi e attività e le bambine per altri.
Anche gli ormoni aiutano
Infine, anche i mutamenti ormonali possono influenzare le scelte dei bambini. “Il testosterone induce i maschi a impegnarsi in giochi più forti e con oggetti che permettono loro di esporre o sfruttare quella maniera di giocare, mentre l’estrogeno induce all’interazione con l’ambiente sociale” hanno spiegato gli autori della ricerca.