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Insieme al viso, sono la parte del corpo che è quasi sempre esposta. Per questo, le malformazioni della mano rappresentano un problema psicologico e relazionale, oltre che di natura organica. I genitori, però, non devono preoccuparsi troppo: in molti casi è possibile correggere il difetto. A patto, però, di intervenire in maniera precoce.
Tante forme diverse
Le malformazioni congenite della mano e dell’arto superiore dei bambini rappresentano un gruppo molto vasto di problematiche diverse. Dipendono quasi sempre da alterazioni genetiche, trasmesse dai genitori, e da fattori ambientali, come alcuni virus. In passato, molti casi sono stati causati dall’uso della talidomide, un farmaco che venduto negli anni Cinquanta e Sessanta come sedativo, anti-nausea e ipnotico per la gravidanza.
Le due più comuni
Una delle malformazioni della mano più comuni è la sindattilia. Si tratta di una riduzione, di ampiezza dello spazio tra due segmenti digitali contigui, che può essere completa o parziale. Anche la simbrachidattilia è abbastanza comune. È una deformità caratterizzata da una riduzione dell’ampiezza degli spazi interdigitali, associata a un accorciamento dei segmenti scheletrici.
Entro i 18 mesi al massimo
Nella maggior parte dei casi, le malformazioni della mano possono essere trattate chirurgicamente. È importante, però, non aspettare troppo. In linea di massima, la capacità di presa va corretta entro il 15° – 18° mese di vita, entro il 12° se la deformazione riguarda il pollice. Infatti, è proprio in questi momenti che il cervello impara a coordinarsi con gli organi. Se, dunque, le informazioni trasmesse a livello centrale non possono giungere a “destinazione”, il bimbo non apprende a muovere correttamente le varie parti delle mani. E più si aspetta, più tutto diventa difficile.