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Osservando le feci dei bambini i genitori, prima ancora del pediatra, sono in grado di capire se il piccolo è colpito da qualche disturbo.
Uno degli “indicatori” principali è il loro colore
Il colore delle feci dei bambini fornisce sicuramente tante informazioni; va comunque sempre tenuto conto che ci sono delle differenza a seconda che il piccolo siano allattato al seno, artificialmente o in fase di svezzamento. Il bebè allattato al seno, per esempio, produce per lo più feci molli e di colore variabile tra il giallo e il verde, se è nutrito con il latte formulato le feci sono di colore marroncino, mentre nel bambino in fase di svezzamento o più grandicello, esse appaiono più abbondanti, compatte e più scure.
Se sono chiare
L’aspetto chiaro e untuoso rivela una presenza anomala di grassi non assorbiti, che conferiscono appunto un carattere scivoloso e lucente, come se il materiale fecale fosse ricoperto da uno strato di cera. Si tratta di una situazione che, qualora ripetuta nel tempo, si associa inevitabilmente a una riduzione dell’accrescimento e denota l’incapacità dell’intestino di assimilare le sostanze utili contenute nei cibi.
Con filamenti biancastri
In questo caso il materiale biancastro che si osserva nelle feci dei bambini è muco, una sostanza gelatinosa prodotta da ghiandole situate nelle mucose dell’apparato respiratorio e digerente. Il muco svolge una funzione di difesa, in quanto serve a intrappolare ed eliminare eventuali germi nocivi. La sua produzione tuttavia aumenta nel corso di infezioni o condizioni irritative, come una tosse che da secca diventa poi catarrosa. La presenza abbondante di filamenti di muco (una quantità minima è compatibile con uno stato normale) è, quindi, un’ulteriore manifestazione legata alla presenza di uno stato di raffreddamento, oppure indica un’irritazione o un’infiammazione a livello intestinale. Non è raro, infatti, riscontrare il muco proprio in concomitanza di episodi di gastroenterite, una volta che la diarrea tende a ridursi.
Con sangue rosso vivo
La presenza di sangue rosso vivo, sotto forma di striature o piccoli coaguli, indica una piccola emorragia nel tratto più basso dell’intestino. Nel bambino stitico spesso si tratta di un’emorroide, cioè dell’aumento di volume di uno o più vasi venosi in prossimità dell’ano: il passaggio delle feci, particolarmente dure, comporta infatti un’irritazione della mucosa con il rischio di sanguinamento. Ne consegue spesso una sensazione di bruciore che blocca le evacuazioni successive del bambino, innescando così un circolo vizioso che peggiora la stitichezza.
Nere e “catramose”
È difficile che le feci siano nere: capita quando nell’intestino è giunta una quantità rilevante di sangue, per esempio a seguito di un’abbondante epistassi. Se la causa è nota basta tenere sotto controllo le feci, che dovrebbero rapidamente cambiare di aspetto alle evacuazioni successive. È invece il caso di consultare subito il pediatra se non vi sono ragioni apparenti che spieghino il fenomeno oppure se al bambino erano già state diagnosticate anomalie o malattie a carico dell’apparato digerente, come per esempio un reflusso gastroesofageo.