Ernia inguinale: i sintomi per riconoscerla nei bebè

Patrizia Masini A cura di Patrizia Masini Pubblicato il 30/01/2019 Aggiornato il 04/02/2019

Non serve sempre il pediatra per riconoscere i sintomi dell’ernia inguinale. Ecco che cosa devono osservare i genitori

Ernia inguinale: i sintomi per riconoscerla nei bebè

I sintomi dell’ernia inguinale sono vari, ma ce n’è uno in particolare che non deve sfuggire ai neogenitori: un gonfiore al pancino quando il piccolo piange.  Si tratta, infatti, di un disturbo da non sottovalutare, perché può dare conseguenze anche serie. Per questo è importante che anche i genitori facciano attenzione e osservino se ci sono i sintomi dell’ernia inguinale. Ecco i principali sintomi dell’ernia inguinale:

Gonfiore al pancino

Nella maggior parte dei casi è durante il cambio del pannolino che ci si può accorgere di una tumefazione (gonfiore) a livello dell’inguine del bebè, che si accentua durante il pianto e la tosse, mentre diminuisce quando il piccolo si rilassa, per esempio con il biberon. Il gonfiore è posto in genere a metà dell’inguine: nei maschietti può arrivare fino allo scroto e nelle femmine fino alle grandi labbra. Questo è il segnale d’allarme più evidente e diffuso: deve sempre far insospettire e occorre parlarne al pediatra. Può essere individuato fin dai primi giorni di vita del piccolo, anche durante la medicazione del cordone ombelicale.

Irritabilità e crescita insufficiente

Al gonfiore al pancino possono essere associati, ma non è sempre così, altri sintomi più generici, quali irritabilità, inappetenza, stipsi, crescita ponderale inadeguata e dolore all’addome (come se il bimbo avesse una colica), causato dall’aumento e dalla riduzione dei visceri interessati dall’ernia.

È la fuoriuscita di un organo

L’ernia è la fuoriuscita di un viscere (un organo) o di parte di esso dalla cavità naturale che normalmente lo contiene. Compare alla nascita perché è congenita, in quanto deriva dal fatto che non si è chiuso un dotto durante la gestazione e da questo “buco” fuoriesce una piccola parte di intestino. L’unica soluzione è l’intervento chirurgico, da eseguire in day hospital. Occorre intervenire perché c’è sempre il rischio che l’ernia si “strozzi”, cioè si schiacci e provochi seri problemi al piccolo. L’ernia inguinale può bloccare anche la discesa del testicolo nello scroto (criptorchidismo). 

 
 
 

In breve

UN PROBLEMA DIFFUSO NEI PREMATURI

Si tratta di un fenomeno abbastanza frequente in età pediatrica: colpisce 1 bambino su 100, con una maggiore frequenza i prematuri (nati cioè prima della 37a settimana) a causa di uno sviluppo non perfettamente completato di tutti gli organi, e i maschietti, per ragioni ancora sconosciute.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Le domande della settimana

Integrazione di progesterone dopo la 12^ settimana: è pericoloso sospenderla?

14/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Nel secondo trimestre la placenta provvede abbondantemente a produrre gli ormoni utili alla gravidanza, quindi non sono più necessari apporti esterni.   »

Pianto poco vigoroso alla nascita: c’è da preoccuparsi?

14/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Antonella Di Stefano

Se il neonato si attacca al seno con vigore e dai controlli effettuati alla nascita e nelle settimane successive non emerge nulla di anomalo, non è opportuno attribuire una valenza importante al fatto che subito dopo il parto il suo pianto sia stato flebile.   »

IgG e IgM in relazione alla toxoplasmosi: cosa esprimono?

07/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Gli anticorpi IgG positivi segnalano che in passato ci si è ammalate di toxoplasmosi (quindi si è immunizzate), mentre gli anticorpi IgM positivi indicano che tale infezione è in corso (o comunque è stata sviluppata di recente). Se entrambi i tipi risultano negativi vuol dire che non si è immuni.   »

Fai la tua domanda agli specialisti