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Molte sono le cause che possono causare o aggravare la presenza di una dermatite (infiammazione della pelle) a carico delle zone intime del neonato; il primo fattore determinante è certamente il pannolino. Che naturalmente non deve essere demonizzato, perché il suo impatto sulle dermatiti è solo una parte del tutto.
Perché la pelle si irrita
“La presenza di urine e feci unite alla mancanza di traspirazione causata dal pannolino causano un abbassamento del pH della pelle, che viene naturalmente esposta con maggiore facilità agli attacchi dei batteri – spiega il dottor Francesco Savino, pediatra all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino -. La macerazione di queste sostanze, a contatto stretto con la pelle del piccolo, è il primo dei fattori scatenanti la dermatite”.
Semplici regole di igiene
Un’azione tempestiva contro la dermatite da pannolino è la chiave della guarigione. “Per prima cosa, assicuratevi di cambiare al bimbo il pannolino il più spesso possibile – prosegue il pediatra -; naturalmente è utile evitare atteggiamenti ossessivi, ma tenere sotto controllo il piccolo è un buon sistema per cambiarlo al momento più opportuno. Un secondo semplice e spesso sottovalutato accorgimento è quello di permettere alla pelle del piccolo di respirare liberamente almeno per qualche minuto. In estate è possibile anche farlo dormire senza pannolino”… dopo avere posto sotto il lenzuolo un’apposita tela cerata salva-materasso.
Non esagerare con le creme
“Non bisogna esagerare mai con i prodotti contro la dermatite che vanno usati al massimo un paio di volte al giorno – continua Savino -. E per lavare il bambino usare l’acqua che, più di altri prodotti, dà sollievo al fastidio. Bisogna, poi, asciugare bene la zona del sederino con molta delicatezza, evitare sfregamenti aggressivi della pelle e non lasciare mai umide le zone irritate”.
Quando servono farmaci specifici
“In casi in cui il problema persista o porti alla formazione di vescicole o bolle occorre portare il bambino del pediatra” conclude Savino “che può prescrivere terapie antimicotiche o antibiotiche, se sono sopravvenute infezioni fungine o batteriche”.