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La sesta malattia è un’infezione tipica dell’infanzia provocata da un virus della famiglia degli Herpes (l’Herpes virus umano tipo 6). Di solito, colpisce i bambini tra i 6 mesi e i 2 anni di età, raggiungendo il suo picco di incidenza in autunno e primavera. Si trasmette per via aerea, tramite le goccioline emesse quando si starnutisce, si tossisce o si parla, e chi si ammala risulta infettivo fino alla comparsa delle macchioline sulla pelle che ne costituiscono il sintomo più tipico. Una volta “fatta” la malattia, si ottiene un’immunità permanente. Ecco come riconoscere la sesta malattia nei bambini con i consigli della dottoressa Silvana Torneo, pediatra.
Come inizia la sesta malattia?
Il sintomo principale di questo disturbo è la febbre alta che, dopo un’incubazione di 5-15 giorni, si evidenzia in modo improvviso arrivando a raggiungere anche i 40° C (misurati per via rettale), associandosi in alcuni casi a convulsioni. Dopo 3-4 giorni, la temperatura cala altrettanto improvvisamente e compare l’esantema costituito da macchioline rosate, del diametro di circa un millimetro, che talora possono risultare leggermente rilevate al tatto e che non provocano prurito. Esse tendono a interessare l’area del tronco mentre, più raramente, si estendono a volto, collo, braccia e cosce.
Quanto durano i puntini rossi della sesta malattia?
Assieme all’esantema possono verificarsi arrossamento della gola, ingrossamento delle ghiandole situate nella zona della mandibola e della nuca e gonfiore degli occhi. L’eruzione scompare in genere nell’arco di 2-3 giorni, anche se può succedere che si ripresenti in altre zone del corpo.
Come riconoscere le convulsioni febbrili nei bambini?
Trattandosi di un’infezione virale, non esistono farmaci in grado di curare la sesta malattia che comunque, di solito, si risolve in modo spontaneo nel giro di circa una settimana.
L’unica complicanza è rappresentata dalle convulsioni febbrili che possono manifestarsi in corrispondenza dei picchi di febbre (39°-40° C): il sistema nervoso ancora immaturo del piccolo, infatti, può reagire in modo anomalo all’improvviso e intenso aumento della temperatura. Per evitare questo rischio e abbassare la febbre, il pediatra potrebbe, quindi, prescrivere un antipiretico (paracetamolo).
Nell’eventualità in cui dovessero comparire, è fondamentale sapere che, anche se le manifestazioni che determinano possono essere molto intense (perdita di conoscenza, irrigidimento muscolare e contrazioni improvvise di gambe e braccia), in genere, durano solo pochi minuti e scompaiono senza alcuna conseguenza per la salute del bambino.
In questi casi, comunque, è sempre consigliabile contattare il pediatra o recarsi al più vicino Pronto soccorso per sottoporre il piccolo ai controlli e trattamenti necessari.
Fonti / Bibliografia
- Le 6 cose da sapere sulle convulsioni febbrili - Società Italiana di Pediatria1) Che cosa sono? Sono eventi critici parossistici convulsivi occasionali che si verificano usualmente tra il primo e il quinto anno di età in presenza di una temperatura corporea di 38°C o superiore in bambini senza storia di convulsioni in assenza di febbre.. I miti da sfatare: Convulsione non significa meningite Convulsione non significa epilessia […]