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Si calcola che nei primi tre mesi di vita dal 5 al 25% dei neonati soffra delle cosiddette “coliche gassose”. Ma che cosa sono le coliche dei neonati? Si tratta di crisi di pianto improvvise e persistenti per ore, che si ripetono quasi regolarmente ogni sera (il momento più a rischio), in cui il lattante è sofferente, flette le gambe sull’addome e chiude i pugni. Le coliche dei neonati sono caratterizzate dalla presenza di aria nel pancino e da dolore addominale. I genitori, specie se al primo figlio, possono essere spaventati da questi attacchi improvvisi, intensi e apparentemente ingiustificati: in realtà, non bisogna preoccuparsi perché si tratta di disturbi fisiologici tipici delle prime settimane di vita, che tendono a risolversi entro i tre-sei mesi.
Tante le cause possibili
Le cause delle coliche gassose non sono ancora completamente chiare. Ancora oggi non si sa perché alcuni bambini siano più predisposti di altri. Alla base potrebbe esserci un’alterazione della flora batterica intestinale che causa fermentazione, una maggiore sensibilità dell’apparato intestinale o una sua immaturità. Anche un rallentamento del transito dei cibi potrebbe scatenare le crisi dolorose: infatti, porta a un accumulo di aria che provoca gonfiore e tensione.
Potrebbero derivare dai troppi stimoli
Secondo alcune teorie, neonati particolarmente predisposti alle coliche sono quelli con un sistema nervoso non ancora ben sviluppato. Infatti, non riescono a elaborare completamente gli stimoli esterni (rumori, luci, affollamento), per cui a un certo punto “esplodono”.
Quando dipendono dalla dieta della mamma
Nei neonati allattati al seno, un ruolo importante è rivestito dall’alimentazione della mamma. Infatti, alcuni bebè presentano una certa sensibilità a determinati cibi, che dunque andrebbero limitati. Solo pochi bimbi sono più predisposti di altri alle coliche a causa di una vera e propria malattia, per esempio un’allergia alimentare.
Non servono cure
Le coliche gassose non richiedono una cura farmacologica. I genitori possono affrontarle tentando di tranquillizzare il bebè. In che modo? Per esempio, prendendolo in braccio, per cullarlo dolcemente, o portandolo a fare una passeggiata o un giro in auto, per farlo addormentare. Può essere utile anche massaggiargli il pancino, tenerlo a pancia in giù sull’avambraccio oppure stenderlo sulla schiena e piegare le gambine avanti e indietro in modo da favorire il rilassamento dell’addome.