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ernia ombelicale
Si presenta con un rigonfiamento in corrispondenza dell’ombelico, dovuto alla protuberanza di un’ansa intestinale attraverso quell’area di debolezza che corrisponde al punto di ingresso dell’ombelico. Normalmente, infatti, la cicatrizzazione del moncone ombelicale si completa nei primi giorni di vita, ma in alcuni bambini tale processo naturale avviene con maggior lentezza. Ne consegue che l’intestino, essendo un organo mobile, si insinua con facilità determinando il classico aspetto descritto.
Che cosa fare
Il più delle volte l’ernia ombelicale è un finto problema, nel senso che si attenua e scompare spontaneamente entro il secondo-terzo anno d’età. Soltanto una minoranza di casi richiede l’intervento chirurgico. Occorre evitare rimedi quali cinture, bottoni o altre medicazioni volte a far rientrare l’ernia, nell’erronea convinzione che in questo modo la chiusura definitiva della cicatrice ombelicale proceda più rapidamente.
Diarrea
Per diarrea si intende l’emissione, una o più volte al giorno, di feci dalla consistenza liquida. Le cause possono essere diverse, anche se nei lattanti il più delle volte sono in gioco virus gastrointestinali o respiratori, che giustificano la comparsa di scariche anche in concomitanza di infezioni delle vie aeree. La diarrea in sé non è un elemento negativo, ma costituisce anzi un meccanismo di difesa dell’organismo, in quanto facilita l’eliminazione di sostanze irritanti o germi. Essa, però, comporta una perdita consistente di sali minerali e acqua e quindi non deve essere mai sottovalutata, soprattutto nei primi mesi di vita. Il consulto del pediatra diventa indispensabile se le scariche sono numerose, se il bambino comincia a mostrare segni visibili di disidratazione (come secchezza di pelle, occhi e bocca, riduzione del volume di urine che lasciano evidenti tracce gialle sul pannolino a causa della maggiore concentrazione) e se alla diarrea si associa anche il vomito, che aggrava ulteriormente le perdite di acqua e minerali.
La prima cura consiste nel reintegro delle perdite di acqua e sali minerali: se il piccolo è allattato al seno, è sufficiente attaccarlo più volte, mentre se è alimentato con il biberon si possono dare opportuni preparati reidratanti, suggeriti dal pediatra. Allo stesso scopo spesso è consigliata anche la somministrazione di fermenti lattici.