Disturbi del neonato – 3°mese

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 12/01/2015 Aggiornato il 11/06/2015

Ecco i disturbi più comuni che possono interessare il bambino durante il terzo mese di vita. Cause, sintomi e rimedi

Disturbi del neonato – 3°mese

Le coliche gassose

Sono tipiche dei primi due-tre mesi e si manifestano con attacchi, per lo più nelle ore tardo pomeridiane e serali, in cui il bambino appare agitato, piange e si rannicchia per ridurre il dolore provocato da un pancino molto teso e gonfio per la raccolta di gas. A scatenare le coliche, infatti, è soprattutto l’ingestione di aria prima della poppata, se il bambino si alimenta dopo un pianto vigoroso, da un ancoraggio al seno scorretto (il piccolo deve prendere in bocca la maggior parte di seno possibile) o da un foro nella tettarella molto stretto (se è allattato con il biberon).

Che cosa fare

Per calmarlo è utile fargli succhiare qualcosa (si può quindi offrirgli il succhietto o attaccarlo al seno) o cullarlo: si può provare, per esempio, a distendere il piccolo prono, cioè a pancia in giù, facendogli passare un braccio sotto al pancino. Per far uscire l’aria in eccesso e alleviare le coliche è utile anche eseguire dei massaggi sul pancino: il bambino può rimanere disteso a pancia in su sul fasciatoio, mentre la mamma gli pratica sul pancino, con il palmo della mano, leggeri movimenti in senso orario.

L’eritema da pannolino

Le feci, oltre a non essere sterili, contengono enzimi, cioè sostanze in grado di intaccare gli strati più superficiali della pelle, e talvolta possono registrare un aumento del proprio grado di acidità, diventando più “corrosive” per la cute delicata del piccolo. È questa la causa principale della dermatite (o eritema) da pannolino, un arrossamento della zona perianale dovuto a una forte irritazione. La scelta del pannolino è fondamentale, in quanto esso di per sé esercita un effetto occlusivo, che può essere amplificato se il materiale da cui è costituito è poco assorbente e di qualità scadente. A favorire l’eritema da pannolino può contribuire anche un ritardo fortuito nel suo cambio, come può succedere, per esempio, quando ci si trova fuori casa o durante un viaggio. Se l’arrossamento è molto intenso e si estende anche alle pieghe cutanee (inguini, scroto nei maschietti e grandi labbra nelle femminucce), è probabile che si sia insediata una candidosi genitale. Anche in questo caso, come per il mughetto, il responsabile è la candida albicans, un fungo che trova le migliori condizioni per proliferare: una cute indifesa e indebolita, il calore corporeo e l’umidità derivante dalla traspirazione e trattenuta dal pannolino.

Che cosa fare

Per prevenire l’eritema da pannolino è bene applicare a ogni cambio di pannolino un preparato a base di ossido di zinco, una sostanza dall’azione antinfiammatoria. Una volta che la dermatite si è presentata, può essere sufficiente l’impiego di un prodotto a base di ossido di zinco, insieme a un detergente studiato per la pelle del neonato e a un cambio più frequente del pannolino. In caso di candidosi genitale, la cura non può prescindere da una crema antimicotica (prescritta dal pediatra) da applicare tre volte al giorno per 5-7 giorni, fino alla scomparsa dei segni della micosi (cute di colore rosso intenso, aspetto superficiale ruvido con un reticolo biancastro, interessamento delle pieghe cutanee).

Il mughetto

Talvolta si possono notare chiazze bianche sulla mucosa (cioè sulla parete interna) delle guance del piccolo. Il cosiddetto “mughetto” appare come una sottile patina che si raccoglie in placchette biancastre, simili a coaguli di latte, rispetto ai quali, però, resta molto aderente alla superficie interna delle guance, che appare arrossata nei punti di contatto. Si tratta di un’infezione da parte della Candida albicans, un fungo presente sulla superficie cutanea che “approfitta” del calo di difese temporaneo che può attraversare il lattante nel corso della maturazione del suo sistema immunitario (cioè di difesa) per insediarsi in aree quali la cavità orale (cioè la bocca) e la zona genitale (in questo caso si parla però di candidosi).

Che cosa fare

Applicare localmente un preparato antimicotico (cioè efficace contro i funghi), di solito in gel. Il farmaco si applica con toccature, da praticare con un bastoncino cotonato o con una garzina sterile avvolta intorno a un dito. È importante curare il problema non solo per il bimbo ma anche per la mamma che allatta, per evitare che contragga la candidosi a livello del capezzolo. Ricordarsi di passare la garzina anche sugli oggetti messi in bocca dal piccolo, come il succhietto.

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