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Pur trattandosi di un disturbo benigno, che generalmente scompare entro il quarto mese di vita, le coliche che colpiscono tanti neonati sono un vero incubo per molte neomamme. La somministrazione di probiotici durante i primi primi tre mesi sembrerebbe migliorare la situazione, riducendo il rischio di coliche, ma anche di rigurgito e stipsi (i cosiddetti disturbi gastrointestinali minori) nei neonati allattati al seno o con latte in formula. A sostenerlo è uno studio italiano pubblicato su Jama Pediatrics da ricercatori dell’Università Aldo Moro di Bari guidati da Flavia Indrio.
Il ruolo dei probiotici
I medici hanno verificato l’efficacia di Lactobacillus reuteri Dsm 17938, aggiunto per via orale nel primo trimestre di vita, su un campione di 554 neonati in nove diversi centri pediatrici in tutta Italia. Secondo la ricercatrice Flavia Indro, il ruolo dei probiotici sarebbe quello di favorire la maturazione dei batteri del tratto digerente, eliminando così gli spasmi addominali che provocano il dolore e i pianti. I bambini con coliche molto forti, inoltre, hanno una maggiore probabilità di sviluppare disturbi di natura allergica in età pediatrica e i probiotici potrebbero ridurre questo rischio.
Stress e preoccupazione per tutta la famiglia
Coliche del lattante, reflusso acido e costipazione sono i disturbi gastrointestinali più comuni che inducono i genitori a ricorrere al pediatra e ad andare a Pronto Soccorso durante i primi sei mesi di vita del bebè, oltre a rappresentare una causa importante di stress per tutta la famiglia e di perdita di giornate di lavoro. Secondo lo studio, con la semplice terapia del probiotico si potrebbe anche risparmiare in media 193 euro a bambino, 88 sostenuti dai genitori e 105 dal Servizio sanitario nazionale.