Il primo sorriso del bebè? Compare a soli 2 mesi di vita

Patrizia Masini A cura di Patrizia Masini Pubblicato il 10/01/2019 Aggiornato il 14/01/2019

Che cosa si nasconde dietro il sorriso del bebè, oltre a un suo importante stato di benessere? Ecco che cosa è stato scoperto

Il primo sorriso del bebè? Compare a soli 2 mesi di vita

I maschietti sorridono molto più delle femmine, e per il 90 per cento dei neonati il primo sorriso compare a 2 mesi di vita. È quanto ha rivelato uno studio della London Birkbeck University, all’interno della quale è nato un Babylab per lo studio del “mistero” del sorriso del neonato, raccogliendo i dati provenienti da 1.400 genitori di altrettanti bimbi di 25 diverse nazioni e annotando i gesti e le parole che più facevano sorridere i bimbi. La maggior parte dei genitori riesce a strappare un sorriso ai bimbi facendoli divertire con facce e toni di voce dolci.

I maschi sono più allegri delle femmine

Il BabyLab dedicato al cervello e allo sviluppo cognitivo del neonato è stato finanziato e guidato da Caspar Addyman, un ex-banchiere ora psicologo, che ha creato un questionario dettagliato per i genitori, chiedendo anche l’invio di video e brevi relazioni su canzoni, gesti e parole che maggiormente provocavano il sorriso nel loro neonato a 2 mesi. Dal lavoro è emerso che i maschi sembrano essere più allegri, dato che i genitori hanno segnalato che i loro figli maschi ridono quasi 50 volte al giorno contro le 37 segnalate per le femminucce.
 

Il sorriso come strumento sociale

Il laboratorio è nato con l’obiettivo di studiare il sorriso come strumento sociale all’interno della famiglia. I bambini, infatti, hanno il potere di far fare agli adulti cose apparentemente sciocche che però sono importanti per un armonico clima familiare; Addyman sta catalogando i diversi tipi di contatto che generano una reazione di felicità nel bambino. Il contatto fisico durante il bagnetto è una fonte di stimolazione nervosa che in maniera involontaria induce nel neonato la risata già a 2 mesi. Un altro esempio è il solletico. Ciò che ha sorpreso Addyman è la testimonianza, condivisa da più genitori, che basta “mimare” il gesto del solletico per avere una risposta. In ogni caso per il bambino la cosa che conta maggiormente è la presenza del genitore, qualunque cosa egli faccia.

 

 
 
 

In breve

UN MEZZO DI COMUNICAZIONE

Fino al primo anno di vita, il sorriso come il pianto sono per il neonato l’unica forma di interazione sociale e comunicazione ed è per questo che interpretarli al meglio è fondamentale: semplificando, il pianto è un segnale che i piccoli vogliono cambiare qualcosa, mentre il sorriso è l’opposto, il bambino chiede di continuare a fare quello che si sta facendo.

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