Se nel primo mese i risvegli notturni sono dovuti per lo più alla difficoltà del piccolo ad adeguarsi al ritmo sonno-veglia, a due mesi sono dovuti anche a bisogni: per esempio, al fatto che ha fame (in tal caso basta dargli il latte), vuole essere cambiato o rassicurato. I ritmi del sonno si stabilizzeranno, in generale, intorno al quarto mese. In ogni caso, per aiutare a distinguere il giorno dalla notte: se il bimbo dorme di giorno, non bisogna abbassare le tapparelle, mentre di notte è preferibile evitare di accendere la luce. Di giorno, anche se dorme, è bene parlare con voce normale, di notte è meglio parlargli il meno possibile anche quando lo si allatta.
Piange
In questa fase il bambino può piangere anche perché è troppo teso. Quando, per esempio, ci sono tante persone intorno a lui oppure c’è molta confusione, come a una festa, i bambini così piccoli spesso si agitano e si mettono a piangere. La stessa reazione si può verificare anche quando l’ambiente è particolarmente disturbato da luci, rumori o altri stimoli. Il fatto di piangere rappresenta per il piccolo il modo di difendersi da questa confusione: attraverso il pianto, quindi, il bambino vuole ritrovare la sua tranquillità con la mamma. In questi casi la soluzione migliore è quella di isolarsi, per esempio andando in un’altra stanza, per cercare di far ritrovare tranquillità al bambino, che in questo modo si calma. Sicuramente, invece, se si rimane nella stessa stanza o nello stesso ambiente rumoroso il bambino continuerà a piangere.
È agitato
Quando il bambino è così piccolo, bisognerebbe evitare di sottoporlo a troppi stimoli sensoriali, troppe luci o rumori. Se viene sottoposto a un eccesso di attenzioni, infatti, per esempio perché viene sballottato tra più persone o coccolato a lungo, il piccolo può risentirne. Spesso sono anche i genitori stessi, soprattutto se si tratta del primo figlio, a chiedere in modo continuo attenzioni al proprio piccolo: si vede, per esempio, facilmente quando la mamma o il papà chiedono in continuo al piccolo di fare un sorrisino, a volte per sentirsi gratificati, altre volte invece per mostrare ad amici e parenti i suoi progressi. In realtà, il bambino a questa età ha bisogno di “pause” perché la sua attenzione non può essere costante. Per vedere se è tranquillo, basta osservare il respiro del bambino: quando è molto agitato, infatti, respira più velocemente. Anche il colorito è importante: deve essere chiaro, non rosso o paonazzo.