Afferrando le mani della mamma o del papà il bimbo riesce finalmente ad alzarsi in piedi.
Le braccia in questo periodo si rinforzano sempre di più e i movimenti del corpo diventano più coordinati tra di loro. Se il piccolo viene sorretto all’altezza del torace e messo a testa in giù con i piedini per aria, istintivamente tende ad allungare le braccia verso il terreno. Inoltre, impara che, se cade e allunga per prime le manine, si protegge meglio da eventuali cadute e non si fa male.
Cerca approvazione nello sguardo dei genitori.
Impara ad associare il nome giusto agli oggetti che vede.
La comprensione del linguaggio dell’adulto da parte del bambino è sempre più elevata.
In questa fase il piccolo impara ad associare più elementi fra di loro. Gli si può indicare, per esempio, un oggetto (o un animale) e dirgli che cos’è, per fargli imparare il nome e le sue caratteristiche: se quindi gli si indica il gatto, dicendogli che fa “miao”, il bimbo imparerà presto ad associare quel determinato verso all’animale. Inoltre, a partire dal decimo mese il piccolo sa richiamare l’attenzione dei genitori attraverso la propria voce.
Per esempio, dice “ma-ma” e “pa-pa”. Non ha ancora conquistato la parola vera e propria, ma pronuncia delle sillabe legandole meglio tra di loro. Si restringe la gamma dei suoni emessi, perché il bambino smette il gioco di vocalizzi che aveva caratterizzato i mesi precedenti. Poiché il piccolo tenterà di esprimersi pronunciando delle parole confuse (per esempio, “pa”-”pe” invece di “scarpe”), non bisogna rimproverarlo, ma fargli capire che si è compreso che cosa voleva indicare e dirgli la parola corretta, invogliandolo in questo modo a ripeterla nel modo giusto.