Autismo: lo sguardo del bebè è un fattore predittivo?

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 08/03/2018 Aggiornato il 05/08/2018

Da tempo ci si interroga sui fattori predittivi di autismo: uno studio ipotizza la possibilità di mettere a punto un test visivo per i bebè

Autismo: lo sguardo del bebè è un fattore predittivo?

Un test visivo potrebbe predire il rischio di sviluppare autismo. Scienziati svedesi della Uppsala Universitet hanno, infatti, scoperto di recente  che i neonati che avranno uno sviluppo sano sono più attratti da stimoli visivi e sonori, mentre i bebè che si ammaleranno di autismo non manifestano lo stesso interesse.

Il test a 10 mesi di vita

Lo studio è stato condotto nell’ambito di un progetto di ricerca multicentrico volto a scoprire i segni precoci di autismo, ovvero a individuare anni prima che la malattia abbia il suo esordio, segnali atti a riconoscerla. Gli esperti hanno considerato un gruppo di bebè di 10 mesi di vita, sottoponendoli a un test della durata di pochi minuti: su un video scorrevano immagini di oggetti in corsa, ma in metà del video la velocità degli oggetti era in sincronia col volume del suono trasmesso, nell’altra metà oggetti e suoni non erano sincroni.

Controlli per 3 anni

Si è osservato che alcuni piccoli preferivano marcatamente dirigere lo sguardo sugli oggetti che correvano in sincronia col sonoro, mentre altri guardavano tutti gli oggetti senza palesare alcuna preferenza, disinteressati alla sincronia tra stimoli sonori e visivi. Tutto il campione è stato monitorato per i successivi tre anni, durante i quali alcuni bambini hanno ricevuto una diagnosi di disturbo dello spettro autistico. È così emerso che i bambini cui era stata diagnosticata la malattia erano quelli che a 10 mesi non avevano mostrato interesse per la sincronia di suoni e stimoli visivi. I ricercatori hanno perciò concluso che un semplice test visivo potrebbe diventare, in futuro, uno strumento di diagnosi molto precoce dell’autismo.

Un problema neuropsichico

I disturbi dello spettro autistico sono tra i più comuni e invalidanti disturbi dello sviluppo neuropsichico: secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, colpiscono circa 1 bambino su 160, spesso in associazione con altri disturbi, determinando quadri funzionali molto diversi, che perdurano tutta la vita e si ripercuotono in modo significativo sulle famiglie dei malati. Il 15-20% dei casi riguarda i cosiddetti casi sindromici o su base genetica, mentre nella maggior parte di casi si parla di autismo idiomatico, dunque senza una causa definita.

 
 
 

Da sapere!

In Italia si calcola che le persone affette da disturbi dello spettro autistico siano comprese tra le 300.000 e le 500.000.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Cardirene a inizio gravidanza: serve davvero?

06/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il netto beneficio dell'assunzione di acido acetilsalicilico a sostegno della gravidanza non è del tutto conosciuto, tuttavia il trattamento può essere di aiuto nel ridurre la maggior frequenza di complicanze gestazionali in determinati casi.  »

Colichette in un lattantino: meglio dargli il latte senza lattosio?

06/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

Le colichette sono più o meno presneti in tutti i lattanti a partire dalle tre-quattro settimane di vita, dopodiché tendono a scomparire spontaneamente dopo i tre-quattro mesi di vita. Le manifestazioni che le caratterizzano non sono preoccupanti e non richiedono alcun tipo di intervento.   »

Bimba di sei mesi che non vuole la pappa: che fare?

04/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

All'inizio dello svezzamento non è raro che il bambino si dimostri diffidente o, addirittura, ostile nei confronti dei cibi nuovi. Per aiutarlo ad apprezzarli occorrono pazienza e qualche piccola strategia.   »

Fai la tua domanda agli specialisti