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Il singhiozzo
Frequente nei neonati, il singhiozzo è una contrazione involontaria e ripetuta del diaframma, cioè del muscolo che separa gli organi del torace da quelli dell’addome e che svolge la funzione di regolare la respirazione, contraendosi quando si inspira e dilatandosi quando si espira. Tale spasmo è associato alla chiusura della glottide (la valvola che divide l’apparato digerente dalle vie aeree), a sua volta determinata da un’alterazione del nervo frenico che connette il cervello a vari organi tra i quali il diaframma e ne regola le contrazioni: in pratica se, lungo il suo percorso, questo nervo viene in qualche modo irritato, ciò determina una contrazione del diaframma e di conseguenza il singhiozzo. Tra le cause scatenati, l’immaturità del sistema di coordinamento dei riflessi dell’apparato gastrointestinale tipica del neonato, ma anche gli sbalzi improvvisi di temperatura, l’ingestione di aria da parte del bebè e il rigurgito. Di solito, dopo poco il singhiozzo passa da solo ma possono essere utili alcuni accorgimenti: dare al piccolo un cucchiaino di acqua tiepida per favorire la deglutizione e regolare l’attività contrattiva del diaframma; fargli solletico al nasino per provocare uno starnuto, che “distenderebbe” il diaframma; offrirgli il seno o il biberon nel caso il bebè abbia iniziato a singhiozzare durante la poppata.
Il rigurgito (o reflusso di latte)
È un disturbo frequente nei primi mesi di vita che consiste nella fuoriuscita dalla bocca del bebè di parte del latte ingerito, misto a succhi gastrici e saliva. Può verificarsi più volte al giorno, in particolare dopo la poppata, e interessa sia i bambini allattati al seno sia quelli nutriti al biberon con latte formulato: esso, infatti, non dipende da problemi di allergie o intolleranze alimentari bensì dall’immaturità dell’apparato digerente caratteristica di questa fascia d’età (in particolare del cardias, la valvola tra esofago e stomaco, che ancora non “chiude” bene).
Se il bebè è nutrito con il biberon, il pediatra può prescrivere per qualche settimana un apposito “addensante” da unire al latte formulato: rendendo il liquido più pesante, ne ostacola la risalita. Il latte può essere inspessito anche con crema di riso o sostituito da latte antirigurgito, disponibile in farmacia. È anche utile verificare che durante la poppata il piccolo non ingerisca aria, avendo cura di mantenere la tettarella del biberon sempre piena di latte e di tenere il piccolo sollevato per qualche minuto dopo la poppata.
Se è allattato al seno, è bene evitare che il bebè succhi troppo velocemente e che assuma una posizione orizzontale subito dopo il pasto: tenendolo dritto per qualche minuto, si ostacola la risalita del contenuto gastrico verso l’esofago.
Il ruttino
Mentre il bebè ingerisce il latte durante la poppata, una certa quantità di aria penetra nello stomaco provocando la formazione di una bolla che infastidisce il piccolo perché si muove quando inizia la digestione, facendolo sentire sazio e inducendolo a interrompere la poppata prima del tempo. Ecco perché molti bambini sentono il bisogno di fare il ruttino (l’espulsione rumorosa dell’aria accumulata nel pancino). Per favorirlo il bimbo va tenuto in braccio con il viso rivolto verso l’adulto, la schiena ben dritta e lo stomaco non piegato su se stesso. È bene, poi, fare un leggero massaggio sul dorso, dal basso verso le scapole, per far salire l’aria eventualmente presente nel pancino che può ostacolare la digestione.