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È uno dei trattamenti più indicati per i bambini prematuri. La marsupioterapia, ossia il contatto pelle a pelle fra il bebè e la mamma (o chi se ne prende cura), infatti, aiuta il piccolo sul piano fisico, psicologico e comportamentale. Ma i suoi benefici potrerebbero non esaurirsi qui. Secondo uno studio condotto da un team di ricercatori internazionali, della Kangaroo Foundation di Bogotá (Colombia) e del Grand Challenges Canada di Toronto (Canada), pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics, alcuni effetti positivi si protraggono nel tempo, addirittura fino all’età adulta.
Lo studio su 264 ragazzi nati prematuri
La ricerca ha coinvolto 264 ragazzi di 18-20 anni nati prematuri e con un basso peso alla nascita. Alcuni di loro nelle prime settimane di vita avevano ricevuto la marsupioterapia, mentre altri erano stati tenuti in incubatrice. Tutti sono stati sottoposti ad alcuni esami e a una serie di test per la valutazione delle condizioni psicofisiche. Lo scopo era capire se coloro che nei primi istanti di vita erano stati direttamente a contatto con la pelle della mamma avessero giovato di particolari benefici.
Migliora lo sviluppo cerebrale
Dall’analisi dei risultati è emerso che effettivamente la marsupioterapia genera effetti di lunga durata. I ragazzi che l’avevano ricevuta da piccoli, infatti, avevano un cervello più grande dei coetanei tenuti in incubatrice. In particolare, presentavano volumi maggiori di materia grigia totale, corteccia cerebrale e nucleo caudato sinistro: aree del cervello che hanno compiti molto importanti, fra cui la memoria e l’elaborazione dei ricordi. Inoltre, avevano un quoziente intellettivo più alto di circa il 3,6%.
Effetti positivi sul rendimento scolastico
Non solo. La marsupioterapia sembra avere ripercussioni significative anche sulla vita scolastica e lavorativa. I ragazzi che l’avevano ricevuta dopo la nascita presentavano un tasso di assenteismo scolastico dimezzato rispetto agli altri e salari medi più che doppi (del 53% più elevato). Per quanto riguarda il comportamento, nei giovani che da piccoli erano stati a stretto contatto con la mamma, si sono riscontrati livelli di aggressività e iperattività inferiori del 16% rispetto agli altri.