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I primi giorni a casa con il bebè sono vissuti con gioia, ma anche con una certa ansia da parte dei neogenitori che, specie se al primo figlio, si sentono spesso impreparati a gestire tutte le esigenze del piccolo, dal cambio del pannolino alla medicazione del moncone, dal primo bagnetto alla pulizia delle orecchie. Ecco tutto quello che c’è da sapere per il primo mese di vita del neonato.
Come si fa la medicazione del moncone ombelicale nel primo mese del neonato
Appena il neonato inizia a respirare da solo, l’ostetrica (o il papà come sempre più spesso avviene) “clampa” il cordone ombelicale a pochi centimetri dalla sua pancia e lo ferma con una sorta di molletta. Il moncone (cioè quel che resta del funicolo) non più irrorato dai vasi, passa dal colore perlaceo e dalla consistenza morbida a un colorito bruno-nerastro: poco per volta si secca e cade da solo nel giro di due-tre settimane e, con il suo distacco, si forma l’ombelico vero e proprio del bambino.
Il bebè non sente alcun male
La prima cosa che mamma e papà devono sapere è che il bambino non avverte dolore quando gli si tocca il moncone del cordone ombelicale: se il piccolo piange è solo perché ha freddo o non ha voglia di essere toccato. Nel primo mese del neonato, quindi, la pulizia quotidiana può essere fatta in tutta tranquillità, due o tre volte al giorno e comunque ogni volta che il bambino si sporca o si bagna. La cosa importante, infatti, è che il moncone sia asciutto e pulito per favorire il processo di essiccamento. Proprio per questo è bene evitare il bagnetto completo fino alla sua caduta; nell’attesa si può, comunque, pulire il bebè con brevi spugnature localizzate con acqua tiepida.
Come si procede
Già in ospedale viene insegnato ai neogenitori come fare la medicazione del cordone ombelicale; tra i medici ci sono però pareri discordanti circa l’uso o meno di disinfettanti per medicare la zona ombelicale. Nella maggior parte dei casi è consigliato l’alcol bianco ,perché è convinzione generale che favorisca la cicatrizzazione, evitando infezioni. Ci sono, però, anche scuole di pensiero che propongono il mercurio-cromo, l’acqua ossigenata, la clorexidina o metodi più naturali come la tintura madre di calendula. Dopo la caduta del moncone, rimane la ferita ombelicale che cicatrizza in 8-10 giorni (spesso anche meno) retraendosi verso l’interno: in questo periodo è meglio proseguire la medicazione con acqua ossigenata almeno per i primi giorni.
Come capire se il moncone è infetto
Occorre rivolgersi al medico quando si notano questi fenomeni nel primo mese del neonato:
- arrossamenti e rigonfiamenti sulla pelle intorno all’ombelico: potrebbe trattarsi di un’infiammazione
- secrezioni giallastre e purulente alla base del moncone: è in atto un’infezione, curabile con antibiotici
- rigonfiamento dell’ombelico che tende ad aumentare quando il neonato piange, fa uno sforzo o tossisce: c’è il sospetto di ernia ombelicale
- ritardo nel distacco del moncone ombelicale oltre le quattro settimane dalla nascita del piccolo
- una cicatrice che dopo la caduta resta umida, con muco, sangue e una lieve escrescenza: può trattarsi di granuloma ombelicale, ossia di un’eccessiva presenza di tessuto cicatriziale.
Ogni quanto cambiare il pannolino al neonato nel primo mese
Il piccolo va cambiato sul fasciatoio oppure su qualsiasi altra superficie piatta coperta da un telo apposito ad azione assorbente oppure da un asciugamano morbido. È fondamentale poi avere tutto a portata di mano in modo che il bebè non venga lasciato solo neppure un attimo perché potrebbe cadere e farsi male. Il cambio va fatto spesso in modo che la delicata pelle del piccolo non rimanga a contatto troppo a lungo con l’umidità e con le feci, cosa che può provocare la dermatite da pannolino, un’eruzione cutanea rossa e gonfia intorno ai genitali, sul sederino e sulle cosce. È preferibile, quindi, cambiare il neonato a ogni poppata, prima o dopo secondo le preferenze del piccolo e comunque ogni volta ogni volta che il bebè fa pipì o la cacca. Dal momento che l’umidità non reca disturbo alla maggior parte dei piccoli è inutile aspettarsi un pianto o un segno di disagio da parte del neonato: meglio controllare almeno ogni due ore con un dito per verificare se il pannolino è bagnato o sporco e cambiarlo.
Qual è il momento migliore per fare il bagnetto al neonato
Va rimandato a dopo la caduta del moncone. Le regole da seguire sono semplici. Attenzione innanzitutto a usare solo le apposite vaschette in materiale plastico: sono più comode sia per il piccolo sia per la mamma e possono essere lavate e disinfettate con facilità per garantire il massimo dell’igiene e della sicurezza. La temperatura dell’acqua deve essere attorno ai 35-37° da misurare con l’apposito termometro da bagno: se necessario si può anche riscaldare l’ambiente perché il piccolo non prenda freddo. Il momento migliore per fare il bagnetto è quello che il bebè preferisce. Di norma, però, l’appuntamento con il bagnetto è dopo la poppata: a pancia piena il piccolo è rilassato e può essere lavato con tutta calma, pronto per la nanna. Cinque minuti in vasca sono sufficienti ma se il piccolo gradisce si può arrivare anche a dieci, non di più altrimenti si rischia che la pelle fragile del neonato si impoverisca eccessivamente.
Come si fa
Quando si immerge il bebè nell’acqua è fondamentale sostenere sempre con una mano il collo e la testa del piccolo, poiché non è ancora in grado di farlo da solo. Con l’altra mano si può lavare il pancino, i piedini e le gambine. Con una spugna morbidissima, meglio se naturale, imbevuta di acqua e detergente, è bene massaggiare con delicatezza la testa facendo attenzione a non far colare l’acqua negli occhi. Per ultimo si può girare il piccolo, facendogli appoggiare il pancino sul proprio avambraccio e con l’altra mano lavargli la schiena.
Come pulire le orecchie al neonato nel primo mese
Occorre introdurre delicatamente nelle pieghe del padiglione auricolare (mai nel condotto uditivo) un bastoncino cotonato imbevuto di soluzione detergente, diluita in acqua tiepida. Attenzione a non esercitare una pressione eccessiva perché la zona è molto delicata. La parte terminale del condotto uditivo va, invece, pulita con un batuffolo di cotone inumidito e poi risciacquata con acqua tiepida. Il cerume (la sostanza che si accumula nell’orecchio) può essere eliminato con gli opportuni preparati in commercio (soluzioni o gocce da introdurre nel canale auricolare o preparati in grado di sciogliere il cerume). Al termine il padiglione auricolare va asciugato accuratamente.
Perché è importante tagliare le unghie al neonato
Vanno tenute corte per evitare che il piccolo si graffi e bisogna utilizzare un’apposita forbicina con le punte arrotondate. Il taglio deve essere diritto e deciso (non devono rimanere punte o residui di unghia), appena sopra il letto ungueale; è bene praticare questa operazione quando il bambino è tranquillo, per esempio dopo una poppata o quando dorme. Per evitare errori e al tempo stesso facilitare il taglio delle unghie è consigliabile prendere un dito alla volta tenendolo ben fermo tra il pollice e l’indice.
Fonti / Bibliografia
- Ernia Ombelicale - Ospedale Pediatrico Bambino GesùÈ un difetto congenito della parete addominale che colpisce circa il 20% dei neonati nati a termine, ma la frequenza è maggiore (80%) nei bambini nati prematuri