La visita del primo mese dal pediatra è importante per due motivi principali: innanzitutto, perché spesso coincide con la conoscenza del nuovo “paziente”. In secondo luogo, perché serve a valutare la crescita e a impostare l’allattamento.
Effettuata la raccolta dei dati della gravidanza e del periodo neonatale, il bambino viene pesato e gli vengono misurate la lunghezza e la circonferenza cranica. Tali valori sono riportati sulle curve dei percentili (apposite tabelle), da cui è possibile ricavare due informazioni importanti: il rapporto dei valori rispetto alla media per l’età e la concordanza tra i vari valori.
La crescita nel primo mese può essere definita “esplosiva”: la lunghezza, infatti, aumenta in media di 5 centimetri, e anche il peso, dopo aver registrato il “calo fisiologico” (cioè una riduzione di peso che in genere si presenta al terzo giorno di vita), riprende ad aumentare, con un incremento medio tra i 150 e i 250 grammi la settimana (tale variabilità dipende dalle caratteristiche di ciascun bambino: più che il valore in sé è fondamentale che l’aumento sia costante nel tempo).
Il pediatra annota poi l’ampiezza della fontanella anteriore (lo spazio palpabile sul cranio al confine tra l’osso frontale e le ossa parietali, costituito per lo più da tessuto fibroso che si calcifica nell’arco del primo anno di vita del bebè), il tono muscolare e il comportamento del piccolo, in termini di vivacità, riflessi e reattività agli stimoli. La visita si completa poi con l’auscultazione del torace, fondamentale per apprezzare la respirazione ed escludere la presenza di problemi al cuore, e la palpazione dell’addome.