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È un disturbo che mette in allarme molte neomamme. In realtà, la crisi genitale del neonato non è nulla di preoccupante: non espone il piccolo ad alcun rischio e scompare da sola senza conseguenze. Rappresenta un fenomeno fisiologico, che può interessare una buona percentuale di bebè nei primi giorni di vita, così come l’ittero neonatale o la crosta lattea.
Causa un gonfiore dei genitali
Nella maggior parte dei casi, la crisi genitale del neonato compare nel terzo-quarto giorno di vita del bebè e si risolve entro le prime settimane. È caratterizzata da un insieme di modificazioni transitorie. Il sintomo principale è un gonfiore dei genitali: nelle bambine le piccole e grandi labbra sono ipertrofiche, mentre nei maschietti si nota un idrocele temporaneo: in pratica, si verifica una raccolta di liquido nello scroto, che si presenta gonfio. Inoltre, la prostata può essere ingrossata. Nelle femmine, la crisi genitale del neonato può dare origine anche a una piccola secrezione vaginale biancastra. Più raramente si hanno piccole perdite di sangue dalla vagina. In questo caso si parla di pseudomestruazioni.
La ghiandola mammaria è tumefatta
Sia nelle femminucce sia nei maschietti possono poi comparire delle tumefazioni della ghiandola mammaria. In alcuni casi, la mammella secerne un liquido biancastro, detto “latte di strega”, e può ingorgarsi.
Non servono cure
La crisi genitale è scatenata dalla presenza nell’organismo del bambino di un alto livello di ormoni materni, passati attraverso la placenta. Una volta che queste sostanze saranno smaltite, le manifestazioni scompariranno spontaneamente. In genere, sono necessarie poche settimane. Non servono cure o trattamenti particolari. I genitori devono solo avere pazienza.