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Oggi i neonati prematuri corrono rischi inferiori rispetto al passato, tanto che molti di loro, anche se nati piccolissimi, riescono a raggiungere buone condizioni di salute e condurre una vita normale. E in futuro le cose potrebbero migliorare ulteriormente. Infatti, un team di ricercatori americani del Children’s Hospital di Philadelphia ha creato un utero artificiale che potrebbe aiutare i bimbi che nascono in anticipo a completare il loro sviluppo.
Cosa succede se nasce prima
Mediamente una gravidanza normale dura 40 settimane. Tuttavia, i neonati sono definiti prematuri solo se nascono prima delle 36 settimane di gestazione. In questi casi, lo sviluppo degli organi potrebbe non essere completo. Ovviamente il rischio cresce all’aumentare delle settimane di anticipo. L’apparato che corre maggiori pericoli è quello respiratorio, perché i polmoni sono fra gli ultimi organi a raggiungere la completa maturazione. Per questo, quando si verifica un parto prematuro si devono mettere in atto tutta una serie di trattamenti in grado di aiutare i piccoli a crescere, come l’uso dell’incubatrice e la marsupioterapia. In futuro si potrà ricorrere anche all’utilizzo dell’ utero artificiale.
Come funziona
Il dispositivo, ribattezzato Biobag, è stato creato da un gruppo di studiosi americani. Apparentemente si tratta di una sorta di busta di plastica, simile a quelle che contengono il sangue utilizzato per le trasfusioni. In realtà, l’ utero artificiale è uno strumento altamente tecnologico, frutto di studi molto approfonditi e realizzato con le tecniche più moderne e all’avanguardia. Al suo interno contiene anche una soluzione elettrolitica paragonabile, per composizione e funzioni, al liquido amniotico. Non solo. È dotato anche di un sostituto della placenta materna, ossia un apposito dispositivo collegato al cordone ombelicale e in grado di filtrare il sangue del bambino, privandolo di scorie e anidride carbonica e arricchendolo di ossigeno e sostanze nutritive.
Provato sugli agnelli
Per testare l’efficacia dell’utero artificiale, i ricercatori hanno condotto un esperimento su un gruppo di pecore incinte. Tutte sono state fatte partorire in anticipo e, subito dopo la nascita, 8 agnellini sono stati messi nella Biobag e 8 sono stati sottoposti ai trattamenti tradizionali. Dopo 28 giorni, i ricercatori hanno compiuto una serie di indagini, scoprendo così che l’utero artificiale aveva consentito alle strutture necessarie alla sopravvivenza di svilupparsi al di fuori del corpo della mamma. È ancora presto però per capire se lo stesso sistema potrebbe aiutare anche i bimbi prematuri. Serviranno prima altre ricerche sugli esseri umani.