Argomenti trattati
La prematurità deve essere considerata a tutti gli effetti una malattia grave: sebbene oggi molti bambini nati in anticipo superino con successo le problematiche legate a questa condizione, la sopravvivenza dei bimbi pretermine, purtroppo, non sempre è la norma. “La sopravvivenza di ogni bambino nato prematuro è un successo che non si deve dare per scontato e le tragiche complicazioni sono possibili anche quando le cose sembrano migliorare, come è accaduto nel caso del piccolo Marco a Brescia”. Con queste parole il presidente della Società italiana di neonatologia, Fabio Mosca, si è espresso sul caso dei neonati deceduti nei giorni scorsi agli Spedali Civili di Brescia a causa di sepsi ed enterocolite necrotizzante, due tra le patologie più temibili per i neonati prematuri.
Più suscettibili alle infezioni
I neonati prematuri sono biologicamente suscettibili alle infezioni perché l’immaturità del loro sistema immunitario dovuta alla precoce interruzione della gravidanza li rende vulnerabili all’attacco di batteri e virus, anche di quelli considerati innocui per gli adulti. Inoltre il neonato pretermine, in molti casi, ha la necessità di essere sottoposto a procedure invasive – cateteri intravascolari, ventilazione meccanica, drenaggi – indispensabili per poter sopperire all’immaturità delle sue funzioni vitali che ne garantiscono la sopravvivenza, prime fra tutte quella gastrointestinale e quella respiratoria, ma che costituiscono ulteriori inevitabili fattori di rischio per le infezioni. E più la prematurità è grave, con età gestazionale ridotta e basso peso alla nascita, maggiore è il rischio che il neonato contragga infezioni.
La situazione in Italia
Nel nostro Paese il tasso di mortalità dei bambini che nascono con peso molto basso, ovvero inferiore ai 1.500 grammi, è tra i più bassi al mondo: gli ultimi dati disponibili evidenziano una mortalità dell’11,3% rispetto al 14,3% delle più importanti terapie intensive neonatali (Tin) del mondo. “Tuttavia – conclude Mosca – la fragilità di questi neonati e le tante variabili che, sin dalla gravidanza, ne possono condizionare la prognosi, identificano la prematurità come una malattia grave. I nati pretermine, in particolare se estremamente prematuri, rischiano la vita ogni minuto”.