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I bimbi prematuri sono più soggetti alle apnee ostruttive del sonno perché hanno le vie respiratorie ristrette: è quanto ipotizzato da uno studio del Children’s National Health System (Stati Uniti) che ha sottoposto 96 bambini a risonanza magnetica cerebrale. Dai risultati è emerso che il volume nasofaringeo dei piccoli nati a termine era di 495,6 millimetri rispetto ai 221,1 di quelli pretermine, mentre il volume orofaringeo dei neonati a termine era di 313,6 millimetri rispetto ai 179,3 dei prematuri.
Problema diffuso nei piccoli
I risultati della ricerca possono servire a dare un impulso a diagnosi più accurate e non invasive delle apnee del sonno nei bimbi, che sono tra i principali disturbi del sonno in età pediatrica: un terzo dei bambini tra 2 e 6 anni presenta russamento occasionale, mentre il 15% russa abitualmente e il 2-5% ha una sindrome delle apnee morfeiche ostruttive. Ossia, una malattia caratterizzata da prolungate ostruzioni complete o intermittenti delle alte vie respiratorie. Questi problemi di salute sono spesso sottovalutati dai genitori, ma in realtà rappresentano la terza minaccia per il benessere dei giovanissimi dopo il fumo e l’eccesso di peso.
Il sovrappeso peggiora la situazione
Tra le cause, oltre al fatto che i bimbi prematuri sono più soggetti alle apnee ostruttive del sonno, c’è anche il sovrappeso infantile, che risulta triplicato negli ultimi 30 anni. Anche chi è normopeso, però, può soffrire di questi disturbi: in questi casi la causa è da ricercare nell’aumento del volume delle adenoidi e delle tonsille e una possibile soluzione è quella di rimuoverle.
Serve lo specialista
Il problema è complesso e mina seriamente la qualità di vita del bambino, perciò va affrontato tempestivamente da un medico specialista. Se trascurato, infatti, a lungo andare può portare a disturbi dell’apprendimento provocati dal poco riposo, ritardi nella crescita e depressione. Inoltre, aumenta il rischio di malattie del cuore, tra cui ipertensione, ingrandimento del volume del ventricolo sinistro, aterosclerosi e patologie coronariche.