Argomenti trattati
Ogni anno in Italia 40mila neonati vengono alla luce prima della 37a settimana di gestazione (il 7% circa delle nascite), ma c’è anche un significativo 1% che nasce tra la 24a e la 27a settimana con serie ed evidenti complicanze per la salute. Ebbene, proprio la sopravvivenza di questi bambini fortemente prematuri è molto aumentata negli ultimi dieci anni: del 10% per i nati tra la 24a e la 25a settimana e del 16% per i bimbi prematuri nati tra la 26a e la 27a settimana.
Tanti fattori
All’origine dell’aumento dei bambini prematuri ci sono diversi fattori: l’età della futura mamma più avanzata rispetto a qualche anno fa, malattie della gravidanza (ipertensione, preeclampsia, diabete, infezioni vaginali), spesso correlata proprio all’età materna, gravidanze a rischio come quelle gemellari spesso dovute a trattamenti di fecondazione assistita.
Maggiore assistenza
“Quello dei prematuri è diventato un problema di salute pubblica, in termini di prevenzione, cura e assistenza” afferma il professor Costantino Romagnoli, ordinario di Neonatologia all’Università Cattolica S. Cuore di Roma, direttore di Terapia intensiva neonatale del Policlinico Gemelli e Presidente della società italiana di neonatologia. La nascita di un bambino pretermine comporta, infatti, delle difficoltà di adattamento da parte del neonato e un maggior rischio di complicanze, soprattutto se la nascita è stata molto precoce. Grazie, però, ai progressi dell’assistenza neonatale, i prematuri vengono accompagnati gradualmente nel loro cammino verso l’autonomia e verso la maturazione, fino a mettersi alla pari dei coetanei.
In breve
CENTRI SPECIALIZZATI ALL'AVANGUARDIA
Il 95% dei bambini prematuri nasce presso un Centro perinatale di livello avanzato. Di questi, oltre il 90% ha ricevuto il cortisone già in utero per favorire una migliore maturazione dei polmoni e consentire una respirazione autonoma dopo la nascita.