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Il cordone ombelicale è – sia fisicamente sia emotivamente – il “collegamento” tra la mamma e il bimbo nel pancione. Per nove mesi è il veicolo attraverso cui la linfa vitale raggiunge il feto e gli permette di svilupparsi. Dal momento della nascita, pertanto, il cordone ombelicale non serve più, in quanto il neonato vive di vita propria. Ma ne siamo così sicuri? Ovvero, è proprio certo che appena il bimbo viene al mondo il cordone non serva davvero più? Il dubbio è stato sollevato da tempo dagli scienziati che, infatti, consigliano di aspettare almeno un minuto prima di tagliare il cordone. Un’ulteriore conferma arriva ora da un nuovo studio condotto sui neonati prematuri.
Aspettare conviene sempre
Lo studio in questione, durato due anni, è stato condotto dagli esperti della University of Sydney e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Lancet Child and Adolescent Health.
Scrivono gli scienziati nel loro report: “Pensiamo che ritardando il taglio del cordone ombelicale i neonati riescono ad ottenere un maggior numero di globuli rossi e bianchi e di cellule staminali dalla placenta e ciò li aiuta a raggiungere un buon livello di ossigenazione, a controllare infezioni e a riparare eventuali lesioni ai tessuti”, spiega il coordinatore del lavoro, William Tarnow-Mordi.
Ritardare il taglio del cordone è ormai routine nei nati a termine, mentre per i prematuri vi è sempre stato il dubbio di tagliare immediatamente per prestare loro subito delle cure. “Questo studio su oltre 1500 nati prematuri, a metà dei quali è stato tagliato il cordone con un minuto di ritardo, mostra incontrovertibilmente che è meglio aspettare in ogni caso”.
Confermate le raccomandazioni dell’Oms
Già l’Organizzazione mondiale della sanità, a seguito di precedenti studi, aveva raccomandato il ritardo nel taglio e nel clampaggio (l’applicazione di fermagli in due punti del funicolo per bloccarne il flusso di sangue) del cordone ombelicale alla nascita in assenza di controindicazioni specifiche, in tutte le nascite e, quindi, non solo nei parti naturali a termine, ma anche in quelli cesarei. Ora questo studio conferma la bontà di questa prassi anche nei nati pretermine.
Che cosa succede alla nascita
Appena il bimbo viene al mondo si procede al taglio del cordone ombelicale, gesto simbolicamente affidato al papà se – in assenza di controindicazioni – ha assistito al parto e si attende che smetta di pulsare. Numerose evidenze scientifiche hanno da tempo dimostrato che attendere da uno a tre minuti prima di espletare questa pratica comporta numerosi benefici per i neonati. In particolare:
– c’è un minore rischio di anemia neonatale a 4 mesi di vita, grazie al maggior apporto di ferro che il mancato blocco del flusso di sangue placentare assicura al bebè. Più precisamente sono stati riscontrati nei bambini cui il cordone era stato tagliato “in ritardo” livelli di emoglobina più alti nei nel primi 1-2 giorni dopo la nascita rispetto agli altri;
– c’è un migliore adattamento alla vita extrauterina, grazie alla più graduale transizione dalla circolazione fetale, per cui l’ossigeno viene assicurato al nascituro attraverso lo scambio di sangue con la placenta, alla respirazione neonatale attraverso i polmoni.
Per contro, il taglio tardivo risulterebbe aumentare le probabilità che il neonato sviluppi ittero (colorazione giallastra della pelle dovuta a un elevato tasso nel sangue di bilirubina, un pigmento contenuto nella bile), ma si tratta di norma di forme molto leggere e facilmente risolvibili
Restava il dubbio se questa pratica potesse giovare anche ai neonati prematuri e ora lo studio australiano sembra avere risolto anche questo dilemma.