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La miglior medicina per i bimbi nati prematuri? La mamma. In tutte le sue declinazioni. A far bene, infatti, non sono solamente il suo latte e il contatto diretto con la sua pelle, come si sa da tempo. Anche la sua voce è benefica. Lo conferma il nuovo studio condotto da un team di ricercatori americani, del Women & Infants’ Neonatal Follow-Up Program, chiamato “Adult Talk in the Nicu (neonatal intensive care unit) with Preterm Infants and Developmental Outcomes” e pubblicato sulla rivista Pediatrics.
L’esperimento condotto in ospedale
La ricerca ha riguardato un gruppo di mamme e bebè prematuri. Gli autori hanno chiesto ad alcune donne di parlare il più possibile ai loro piccoli ricoverati in terapia intensiva. A distanza di alcuni mesi, hanno analizzato le condizioni di salute di tutti i bambini, esaminando in particolare la capacità di linguaggio. Lo scopo era capire se l’esposizione alla voce della mamma fin dai primissimi giorni potesse avere effetti positivi sullo sviluppo.
I benefici già a 18 mesi di vita
Dall’analisi dei risultati, è emerso che effettivamente la voce della mamma è benefica per i piccoli prematuri. Infatti, ogni cento parole in più ascoltate all’ora dalle trentadue settimane in poi si sono associate a un aumento di due punti delle capacità di linguaggio a diciotto mesi. L’esposizione alle parole della mamma, dunque, può essere considerata un’ottima cura a costo zero. Gli autori hanno, quindi, concluso che il numero delle parole pronunciate dalla mamme ai piccoli ricoverati in terapia intensiva costituisce un fattore predittivo delle abilità linguistiche del neonato già dai sette mesi e fino all’anno e mezzo.