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In Italia il 7% dei bambini nasce prematuro, il che significa che circa 30mila bambini all’anno vengono al mondo prima della 37a settimana di gestazione. Tra loro, circa 4.500 ultrapiccoli non raggiungono il peso di 1.500 grammi. Per fortuna oggi le speranze di vita si sono moltiplicate, tanto che il 90% di loro ce la fa. Ecco come comportarsi con un neonato prematuro.
Più il neonato è prematuro, maggiori sono i rischi
Nascere a 34 o a 24 settimane comporta in ogni caso una notevole differenza in termini di rischi e di terapie. Ogni singolo giorno in più passato nella pancia della mamma è fondamentale per la salute del bambino, calcolato in un incremento del 20%, nel range di sopravvivenza del neonato prematuro per ogni settimana in più di gestazione. Questo significa che, se un neonato partorito alla 23a settimana di gravidanza ha il 40% delle possibilità di sopravvivere, a 25 settimane la sua percentuale di sopravvivenza balza già all’80%.
Perché il neonato può nascere prematuro
Il neonato prematuro è frutto di diverse eventualità:
- la prima, che si manifesta in casi rari, accade in maniera programmata, quando in ospedale si decide di interrompere la gravidanza per motivi di salute del feto o della mamma a causa di patologie che si manifestano in maniera imprevedibile, come per esempio tumori, oppure a causa di disturbi che lungo il corso della gravidanza subiscono un forte peggioramento, come l’ipertensione, la gestosi o il diabete scompensato;
- nella seconda eventualità (la più frequente) l’evento è imprevisto: è il caso, per esempio, della rottura improvvisa del sacco amniotico o importanti infezioni uro-genitali che coinvolgono la placenta, il cordone ombelicale e le membrane;
- esistono però altre situazioni che possono aumentare il rischio di parto prematuro: l’età avanzata della madre e il ricorso alle tecniche di procreazione assistita. In entrambi i casi, è necessario farsi seguire durante tutta la gravidanza da una struttura ospedaliera di terzo livello, con reparto di patologia della gravidanza e terapia intensiva neonatale (Tin).
Il neonato prematuro è una condizione molto critica
Il ricovero nell’immediato in una struttura ospedaliera di terzo livello permette di accedere a cure e strumentazioni mediche all’avanguardia, calibrate sui più piccoli: incubatrici a limitato impatto sonoro permettono di ridurre nel neonato prematuro lo stress causato dai rumori di cicalini e allarmi; utile anche la disponibilità di luci speciali per illuminare le minuscole vene. Bisogna considerare che quando un bambino nasce prematuro la difficoltà ad adattarsi alla vita non riguarda solo un organo, ma tutto l’organismo, coinvolgendo polmoni, cuore, reni, cervello e sistema immunitario, la cui immaturità pone il bambino nella posizione di contrarre con maggiore facilità infezioni anche molto serie.
La tempestività è un salva-vita per il neonato prematuro
La prematurità è una malattia grave che richiede la somministrazione di farmaci corticosteroidi in gravidanza per accelerare la maturazione dei polmoni e aiutarne la funzione respiratoria, spesso supportata nei primi tempi, dalla ventilazione meccanica. I primi due o tre minuti dopo il parto sono decisivi. Nei reparti di patologia neonatale il personale è altamente specializzato: si tratta di professionisti capaci di maneggiare con cura il corpicino fragile di un prematuro e supportare i genitori. Gli ultrapiccoli non hanno controllo posturale, per esempio non riescono a spostare la testa, succhiarsi il dito o rannicchiarsi e, se non vengono opportunamente mossi, rischiano di stare nella stessa posizione con le conseguenze di un decubito prolungato.
Servono controlli anche nei primi anni di vita
Il neonato prematuro è a elevato rischio di esiti neurosensoriali, cognitivi e respiratori anche a distanza di tempo. Ecco perché un attento monitoraggio dello sviluppo del bambino nei primi anni successivi alla nascita aiuta a verificare che la crescita sia fisica sia cognitiva stia avvenendo in maniera armonica. Per questo motivo sarebbe opportuno che le Terapie intensive neonatali fossero dotate di servizi di follow-up, per valutare la crescita auxologica (peso, statura), lo sviluppo neuro-comportamentale e il pieno recupero dei vari apparati, in primis quello cardio-respiratorio, fino l’età scolare.
L’amore è la prima cura per il neonato prematuro
Il ruolo della mamma e del papà è fondamentale: è scientificamente provato che la qualità della sopravvivenza è influenzata dalla “care” (dall’inglese “prendersi cura”), ossia dalla relazione con i genitori che, infatti, nei reparti di Terapia intensiva neonatale non vengono considerati come dei visitatori, ma parte attiva dello staff di cura del piccolo, con ingresso riservato 24 ore su 24. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato i diversi effetti positivi del contatto pelle a pelle che, già dalle prime ore di vita, contribuisce all’adattamento del neonato alla vita extrauterina e apporta numerosi benefici, in particolare ai neonati prematuri. Consigliata anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, la Kangaroo Mother Care (ossia la marsupioterapia) è considerata dagli esperti un vero e proprio intervento terapeutico, sia per il neonato sia per i genitori. Non va dimenticato che spesso le madri vivono la nascita prematura come un fallimento personale e quindi dare loro l’opportunità di fare qualcosa di significativo per il loro bambino allenta i sensi di colpa e riduce il rischio di depressione post-parto.
I benefici della marsupioterapia per i prematuri
La connessione fisica ed emozionale che si attua attraverso gli sguardi, i sorrisi, la voce e il contatto fisico fa bene sia alla mamma sia al bambino: nei reparti dove si attua la marsupioterapia si è, infatti, notato un miglioramento dello sviluppo neuro-comportamentale nei bambini prematuri. Proprio tra la 24a e la 40a settimana di gestazione, il feto sviluppa in modo rapido – come in nessun’altra epoca della vita – la proliferazione dei neuroni che permette al cervello di creare le sinapsi. Ecco perché è così importante, per i bambini nati prematuri crescere in un ambiente il più simile a quello intrauterino e il contatto con i genitori permette proprio di non interrompere quel legame fondamentale allo sviluppo. Basti pensare che prima della 26a settimana un segnale semplice come il pianto non c’è ancora: per sentire i primi vagiti, e quindi imparare a interpretarli, bisogna attendere almeno la 32a settimana di vita.
Il latte della mamma è essenziale per i prematuri
Anche il latte materno è considerato un vero e proprio farmaco salvavita per i prematuri. Nei piccolissimi, non ancora in grado di succhiare, l’alimentazione avviene tramite un sondino. In seguito, se il piccolo non è ancora in grado di succhiare al seno, la mamma può estrarre il latte con il tiralatte, in modo da mantenerne attiva la produzione per quando il bebè sarà in grado di attaccarsi. Il latte formulato per i prematuri va utilizzato solo in mancanza di latte materno e se non è disponibile neanche quello proveniente dalla banca del latte.
Fonti / Bibliografia
- Gestosi (Preeclampsia): disturbi, cause e cura - ISSaluteLa gestosi è una pericolosa complicazione della gravidanza. I primi disturbi includono pressione alta, presenza di proteine nelle urine, mal di testa, nausea, aumento di peso