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L’incubatrice, chiamata anche culla termica, ha come obiettivo quello di ricreare le condizioni ottimali di sterilità, calore e umidità in cui il feto si trovava prima di nascere; permette perciò di mantenere il neonato, molto spesso nato da un parto prematuro in un ambiente controllato dove si può intervenire in caso di necessità. In genere, il bimbo viene tolto dalla incubatrice quando la sua temperatura corporea si stabilizza intorno ai 37° C (il corpo del prematuro tende infatti a disperdere calore più facilmente) e il peso si aggira intorno ai 2.000-2.500 grammi. L’incubatrice è, in realtà, utilizzata anche per i bambini nati “a termine”, ma con un peso al di sotto dei 2.500 grammi. Spesso per questi piccoli, prematuri o sottopeso, si ricorre alla tecnica della marsupioterapia che consente tra l’altro di ridurre i tempi di degenza nella culla termica. In ogni caso, l’incubatrice è in grado di mantenere i neonati in condizioni di temperatura e ossigenazione costanti e ottimali. Ecco, in particolare, come funziona.
Aiuta il piccolo a respirare
Un tubo apporta ossigeno umidificato all’interno dell’incubatrice, dove il livello di umidità dell’aria deve aggirarsi intorno all’80-90 per cento per evitare che l’organismo del bambino si disidrati (perda, cioè, un’eccessiva quantità di liquidi). In caso di difficoltà respiratorie del bambino si utilizzano apposite apparecchiature, in genere un sondino per far inalare direttamente al bambino l’ossigeno.
Gli fornisce nutrimento
Un altro sondino collega il naso con lo stomaco del bebè, al fine sia di eliminare l’aria in eccesso e l’eventuale liquido amniotico ingurgitato nell’utero sia di farvi giungere minime quantità di latte (preferibilmente materno) e abituare gradualmente il neonato a nutrirsi da solo. Le altre sostanze nutritive sono iniettate direttamente in vena (per fleboclisi).
Controlla le sue condizioni di salute
Sul torace del piccolo due elettrodi collegati a un monitor controllano il battito cardiaco, la circolazione sanguigna e l’attività dei polmoni. Un sensore rileva poi la temperatura corporea che nel bimbo pretermine non raggiunge i 37 gradi. Il suo corpo tende, infatti, a disperdere calore poiché la superficie cutanea è molto estesa rispetto al peso e manca lo strato di grasso utile come riserva di energia e come isolante termico. Un altro sensore controlla il livello di ossigenazione del sangue. Sulle pareti dell’incubatrice una serie di fori a oblò permette a medici e infermieri di visitarlo senza doverlo spostare. A volte l’incubatrice incorpora una bilancia elettronica per il monitoraggio del peso. Un display rileva la temperatura all’interno, mantenuta superiore ai 30° C.