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In Italia nascono sempre più bambini prima del tempo, vale a dire prematuramente, prima della scadenza “naturale” (37 settimane) della gravidanza. A lanciare l’allarme è stata la Società italiana di neonatologia, in occasione della quinta giornata mondiale del neonato prematuro. Ecco dati e conseguenze del fenomeno.
I numeri delle nascite pretermine
In base ai dati del rapporto Cedap – Certificato di assistenza al parto – nel 2012 sono nati 534.186 bambini, di questi il 7,2 % (38.461) sono prematuri, l’1% ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 6,2% tra 1.500 e 2.500 grammi. Se li si paragona ai dati precedenti, si vede che la crescita, anche se lieve, è costante negli anni e tende ancora ad aumentare. Questo fenomeno si associa a una progressiva diminuzione della “natimortalità” (il rapporto tra il numero dei nati morti e il totale dei nati, siano nati vivi o nati morti), rappresentata in gran parte da decessi in epoca pretermine.
Tante cause alla base
Perché nascono sempre più prematuri in Italia? Sono tante le cause: gli stili di vita delle mamme, i disturbi della gravidanza (ipertensione, problemi alimentari, infezioni), l’aumento dell’età media delle gestanti e l’incremento delle gravidanze medicalmente assistite.
Rallentare il fenomeno, ma come?
Ecco la risposta che ha dato Costantino Romagnoli, presidente della Società italiana di neonatologia: “Anche se abbiamo fatto progressi enormi nel trattamento dei bambini nati prima della 37ª settimana e le terapie intensive neonatali hanno raggiunto livelli di eccellenza, bisogna cercare di evitare i parti pretermine recuperando una dimensione naturale e più “slow” della gravidanza, che la maggior parte delle donne, soprattutto quelle che lavorano, vivono con molto stress, e che si ripercuote sulla gestazione e sul parto. Diminuire il numero dei prematuri è una delle grandi sfide sociali dei nostri tempi, così come curarli adeguatamente”.
Importanti progressi tecnologici
Nel miglioramento dell’assistenza ai neonati prematuri sono fondamentali i progressi tecnologici, come la ventilazione meccanica (la respirazione tramite macchina), i monitoraggi continui e la nutrizione parenterale, cioè direttamente per via endovenosa. L’aumentata sopravvivenza per questi neonati è stata ottenuta anche limitando lo stress mediante un’adeguata terapia del dolore. Al di là di quello che normalmente si pensa, i prematuri avvertono il dolore molto più di tutti gli altri.