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Nel 2015 più di 20 milioni di bambini in tutto il mondo, vale a dire un neonato su sette, sono nati con un peso inferiore ai 2,5 kg. Il dato, che arriva da uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet Global Health dai ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine di Londra (Regno Unito), dell’Unicef e dell’Organizzazione mondiale della sanità, riguarda soprattutto i Paesi in via di sviluppo – quasi tre bambini su quattro con basso peso alla nascita vengono alla luce tra l’Asia meridionale e l’Africa sub-sahariana – ma gli autori dello studio mettono in evidenza che il problema resta significativo anche nei Paesi ad alto reddito come Europa, Nord America, Australia e Nuova Zelanda.
Cambiamenti minimi
Per via delle conseguenze per la salute cui il basso peso alla nascita può dar vita, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la percentuale di bambini che nascono con questa condizione deve essere il più possibile contenuta. E l’attuale dato, ovvero un bambino su sette a livello globale che nasce con questa caratteristica, risulta ancora troppo elevato. Gli autori dello studio spiegano infatti che dal 2000 al 2015 il numero di bimbi nati con basso peso è diminuito passando da 22,9 milioni a 20,5 milioni, e se la progressione continuerà ad attestarsi sui valori attuali – pari a un calo annuo dell’1,2% – si resterà ben al di sotto del tasso di riduzione annuale del 2,7% necessario per raggiungere l’obiettivo fissato dall’Oms, che è quello di ridurre del 30% entro il 2025 il tasso di prevalenza di bambini nati con questa caratteristica. “I governi nazionali stanno facendo troppo poco per ridurre la problematica del basso peso alla nascita – spiega Hannah Blencowe, che ha diretto l’indagine -. In 15 anni abbiamo osservato cambiamenti minimi. Per raggiungere l’obiettivo della riduzione del basso peso alla nascita del 30% entro il 2025 il ritmo dei progressi dovrà essere più che raddoppiato”.
Una questione di salute
Il basso peso alla nascita è uno dei fattori più fortemente associati non solo alla mortalità neonatale e infantile, ma anche a condizioni di salute precaria durante l’infanzia e in età adulta. Un bambino con basso peso alla nascita incontra infatti difficoltà, soprattutto nei primi giorni e/o settimane di vita, nello svolgimento di funzioni vitali come alimentazione e respirazione, con conseguente aumento del rischio di mortalità nel periodo immediatamente successivo alla nascita e nel primo anno di vita e incremento del pericolo di sviluppare problemi di salute nel corso degli anni (soprattutto patologie neurologiche, disturbi dell’apprendimento e alcune patologie cardiovascolari).
Ritardo di crescita e parto prematuro
Come spiega Mercedes de Onis dell’Oms, che ha preso parte alla ricerca, “il basso peso alla nascita è un’entità clinica complessa causata dal ritardo di crescita intrauterina e dalla nascita pretermine. Se in Asia meridionale in gran parte dei bambini venuti al mondo con questa problematica la causa è da ricercarsi nel ritardo di crescita intrauterina associato a malnutrizione materna, il parto prematuro rappresenta invece il maggior responsabile del basso peso alla nascita nei contesti in cui ci sono molte gravidanze adolescenziali, alta prevalenza d’infezioni, o dove la gravidanza è associata ad alti livelli di trattamenti per la fertilità e di parti cesarei, come accade in Brasile e Stati Uniti. Comprendere e affrontare queste cause dovrebbe essere una priorità”.