È normale la perdita di capelli nel neonato?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 28/11/2024 Aggiornato il 28/11/2024

Un fenomeno normale e passeggero che si risolve entro l’anno di età del bambino.

È normale la perdita di capelli nel bebè?

È del tutto normale che durante i primi mesi di vita, si verifichi la perdita di capelli nel neonato: la peluria, anche detto lanugo, che riveste la sua testa alla nascita e che si è sviluppata nel corso della gravidanza è, infatti, destinata a cadere per essere sostituita dai capelli veri intorno all’anno d’età.

I follicoli piliferi devono maturare

La perdita di capelli nel bebè dipende dal fatto che i follicoli piliferi, i piccoli “sacchetti” che contengono la radice del capello, impiegano circa un anno per portare a termine la loro maturazione: solo a questo punto si forma la capigliatura definitiva che potrà assumere un colore, una consistenza e un aspetto molto diversi da quelli osservati nel bambino appena nato acquisendo le caratteristiche ereditate geneticamente dai due genitori al momento del concepimento.

Capelli diradati dal terzo mese di vita

La temporanea perdita di capelli nel bebè non deve quindi preoccupare mamma e papà: di solito i capelli iniziano a cadere a partire dal terzo mese di vita evidenziando man mano chiazze di capelli diradati sul capo del piccolo.

Cuoio capelluto pulito

Ricorrere a trattamenti per cercare di frenare quello che rappresenta un processo naturale sarebbe del tutto inutile se non addirittura sconsigliato: in particolare va del tutto evitato il ricorso a lozioni o shampoo anticaduta.

Importante è, invece, aver cura di mantenere pulito il cuoio capelluto del bimbo anche prima della formazione dei capelli “veri”: durante i primi mesi di vita, infatti, le secrezioni sebacee, cioè di grasso, sono molto abbondanti e tendono a irritare la pelle delicata del piccolo.

A questo scopo è sufficiente lavare la testa ogni 2-3 giorni utilizzando prodotti specifici per l’infanzia come shampoo neutri e delicati preferibilmente diluiti in un po’ d’acqua, massaggiare con delicatezza, usando i polpastrelli delle dita e non le unghie, il cuoio capelluto per poi sciacquare accuratamente evitando che residui di shampoo rimangano a contatto della pelle.

Ci possono essere delle eccezioni e quindi anche bambini grandi con capelli radi: in questi casi è sempre bene rivolgersi al proprio pediatra per capire eventualmente se contattare uno specialista.

Perdita di capelli nei bambini più grandi

Anche nei “grandi”, in realtà, i capelli vengono continuamente sostituiti attraverso un processo che vede succedersi tre diverse fasi:

fase anagen: dura 2-3 anni e rappresenta la fase della crescita e della vita del capello, che si allunga progressivamente grazie alla produzione costante di cheratina (la proteina che lo compone) da parte del follicolo pilifero;

fase catagen: il periodo del riposo in cui la crescita del capello si arresta per un periodo che può variare da 1 a 5 settimane;

fase telogen: corrisponde alla fase finale del ciclo vitale del capello che cade per essere sostituito da un capello nuovo, con l’avvio di un’altra fase di crescita. 

Disturbi specifici

Soltanto in rarissimi casi la perdita dei capelli nell’arco del primo anno di vita può segnalare la presenza di disturbi specifici quali, per esempio, l’alopecia areata, che consiste nell’improvvisa caduta di capelli a chiazze rotonde e le cui cause non sono ancora stata ben identificate pur evidenziando una notevole ereditarietà, e la tinea capitis o tigna del capo, un’infezione da fungo contagiosa che di solito, oltre che con la caduta dei capelli, si manifesta tramite la comparsa di squame biancastre sul cuoio capelluto.

 
 
 

In breve

La perdita dei capelli nel neonato è normale nel primo anno di vita. I primi mesi infatti si tratta di lanugo, ovvero piccola peluria, che viene poi man mano sostituita per dare spazio alla vera e propria capigliatura, di cui si dovrà tener cura senza eccessi.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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