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L’Italia rischia una vera e propria “emergenza pediatri”. Fino a oggi abbiamo sempre potuto contare su un’ottima rete di assistenza ospedaliera per le cure dei bambini. Ma in futuro le cose potrebbero cambiare. Infatti, se non verranno prese le misure opportune, nei prossimi cinque anni, negli ospedali italiani, mancheranno 2mila pediatri. A lanciare l’allarme è Flavio Civitelli, coordinatore della Commissione nazionale pediatria dell’Anaao Assomed (sindacato medico italiano).
Preoccupano gli ultimi dati
Secondo i dati Eurostat 2016, in Italia ci sono 28,34 pediatri ogni 100mila abitanti. Un dato in linea con la media europea. C’è, però, una sostanziale differenza con il resto d’Europa: solo nel nostro Paese, infatti, sono previsti i pediatri di libera scelta. Questo significa che gli specialisti disponibili per il lavoro in ospedale sono limitati. Ecco perché, da noi il numero di pediatri ospedalieri è inferiore a quello degli altri Paesi europei. Il risultato è che la pediatria ospedaliera è una delle specialità più colpite dalle carenze di medici specialisti. E in futuro le cose rischiano di peggiorare ulteriormente.
A rischio il turn over
I pediatri che andranno in pensione rischiano di non essere rimpiazzati. Secondo le previsioni, entro il 2023, potremo avere 2mila pediatri ospedalieri in meno, con conseguenze disastrose sulle cure dei bambini. “Potrebbero chiudere 200 punti nascita, quasi 10 per regione. O, peggio, queste strutture potrebbero essere costrette a lavorare con minori garanzie di sicurezza. E si rischia, in generale, una riduzione dei reparti pediatrici” prosegue Flavio Civitelli. Per legge, infatti, un punto nascita deve avere la presenza di un pediatra 24 ore su 24: un requisito che rischia di non essere più soddisfatto.
Corsie vuote
Questo scenario è dovuto al fatto che una quota elevata di specialisti andrà in pensione e non potrà essere completamente rimpiazzata da nuove figure (che saranno in numero inferiore e non avranno ancora completato il percorso di formazione). Fra l’altro, ai pediatri che raggiungeranno l’età pensionabile si aggiungeranno anche quelli che potranno usufruire fino alla fine del 2021 della cosiddetta Quota 100 per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro: secondo i calcoli non saranno molti, ma comunque avranno un peso in una situazione già precaria..