Neonato: i batteri “buoni” sono trasmessi dalla mamma?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 09/03/2017 Aggiornato il 09/03/2017

La mamma, al momento del parto e non solo, potrebbe trasmettere al neonato i suoi batteri, favorendo lo sviluppo della flora intestinale del piccolo. Ecco come

Neonato: i batteri “buoni” sono trasmessi dalla mamma?

Fra mamma e neonato c’è un legame unico e speciale, non solo psicologico ma anche fisico. Addirittura la mamma può trasmettere al figlio sostanze importanti, come gli anticorpi e forse anche i batteri che popolano l’intestino. A suggerirlo è uno studio condotto da un gruppo di ricercatori italiani, del Centro di biologia integrata (Cibio) dell’Università di Trento in collaborazione con le unità operative di ostetricia e neonatologia dell’ospedale di Trento, pubblicato su mSystems, rivista dell’American Society for Microbiology.

La ricerca su 50 neomamme

Le donne del campione sono state invitate a raccogliere campioni di feci, sia proprie sia dei neonati, sottoposti poi a complesse analisi, utilizzando tecniche di ultima generazione. Lo scopo era capire se gli stessi batteri presenti nell’organismo della mamma fossero arrivati al neonato.

Dimostrata la trasmissione verticale

Dall’analisi dei risultati è emerso che effettivamente nei campioni fecali di ogni coppia mamma-bambino erano presenti ceppi batterici geneticamente identici, differenti da quelli individuati nelle altre coppie. Secondo gli studiosi questo significa che fra mamma e neonato c’è una trasmissione verticale: la donna, cioè, trasmette al bebè almeno una parte dei batteri durante il parto e forse già nel corso della gravidanza. 

C’è batterio e batterio

Lo studio ha anche svelato che i ceppi trasmessi appartenevano a specie diverse ed erano attivi sia nella madre sia nel piccolo, a dimostrazione del fatto che la trasmissione è avvenuta con successo. Questa esposizione precoce è positiva perché favorisce lo sviluppo di una flora batterica intestinale sana. Tuttavia, c’è anche il rovescio della medaglia: la mamma, così come trasmette microrganismi “buoni”, potrebbe trasmette anche batteri nocivi.

Parto naturale, cesareo e allattamento

“Benché sia ancora presto per i risultati finali, possiamo dedurre che probabilmente una parte considerevole dei batteri del neonato proviene dalla madre. Il prossimo passo sarà quello di confrontare le vie di trasmissione dei microbi nel parto naturale e nel parto cesareo, nell’allattamento al seno, nel contatto pelle a pelle subito dopo la nascita” hanno concluso i ricercatori.

 

 

 
 
 

In breve

UNA QUESTIONE DI EQUILIBRIO

La flora batterica intestinale è un ecosistema complesso che comprende 500-1.000 specie batteriche differenti, che in condizioni normali sono in equilibrio fra di loro. Secondo il nuovo studio, una parte questi microrganismi è trasmessa dalla madre al bambino.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Secrezioni vaginali abbondanti a sei mesi dal parto: cosa segnalano?

31/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

La comparsa di perdite trasparenti, prive di odore e non associate a particolari sintomi potrebbe essere espressione della ripresa dell'attività ovarica. Ma per avere la certezza che non si tratti di altro è meglio effettuare un controllo.   »

Gemelli: perché sono diversi?

31/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Se i gemelli sono dizigoti è normale che abbiano un aspetto differente, anche per quanto riguarda il colore di occhi e capelli. Questo perché, a differenza dei gemelli monozigoti, non condividono un identico patrimonio genetico.   »

Streptococco: dare l’antibiotico “solo” per sei giorni favorisce le ricadute?

24/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

In caso di infezioni batteriche, la tendenza attuale è di ridurre la durata della terapia con antibiotico sia perché si rivela ugualmente efficace sia in quanto un trattamento breve diminuisce il fenomento dell'antibiotico-resistenza, che rappresenta una grave minaccia per la salute di tutti.   »

Fai la tua domanda agli specialisti