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L’analisi ha riguardato i primi tre mesi di vita dei bebè di diversi Paesi e, a sorpresa, i neonati italiani si sono piazzati ai primi posti. Ebbene sì, i nostri bimbi piangono tantissimo, più degli altri. Colpa e merito dei genitori italiani, ansiosi ma anche molto attenti. Quelli che piangono meno? I neonati danesi. A rivelarlo uno studio inglese, realizzato dalla University of Warwick e pubblicato sulla rivista scientifica The Journal of Pediatrics. Ecco perché, quasi quasi, andare fieri di questo terzo posto.
La classifica dei più “canterini”
I ricercatori hanno studiato i primi mesi di vita dei bambini di diverse nazionalità, per creare una sorta di “graduatoria” del pianto. Il lavoro si è basato sull’analisi di dati di circa 8.700 neonati di vari Paesi, raccolti attraverso diari che i genitori dovevano compilare durante le 24 ore per i primi tre mesi di vita. Il numero più elevato di neonati che piangono diverse ore al giorno è stato rilevato in Gran Bretagna, con il 28%, secondi in classifica i neonati canadesi (il 34,1% alla terza e alla quarta settimana), terzi gli italiani con il 20,9% dall’ottava alla nona settimana.
La curva del pianto
Gli autori dello studio usano il termine “colic” per definire il pianto dei neonate che dura almeno tre ore al giorno, ripetuto per almeno tre giorni alla settimana e per tre settimane di fila (la cosiddetta “regola del 3”, secondo i criteri del pediatra americano Morris Wessel). Il termine “colic” può indicare sia i sintomi gastrointestinali associati alle coliche, sia il pianto inconsolabile, di cui non si conosce il motivo. Una condizione più frequente tra i piccolissimi (soprattutto nelle prime 6 settimane di vita, 17-25%), che tende a ridursi nella maggior parte dei casi intorno alla nona settimana di vita (11%), per scomparire quasi completamente alla dodicesima (0,6%). Nelle prime sei settimane di vita, in media, i neonati piangono due ore al giorno (tra 117 e 133 minuti). La quantità di singhiozzi aumenta un po’ nelle settimane successive, fino ad arrivare al picco della sesta settimana (2 ore e 15 minuti). Quando inizia una graduale riduzione, fino alla media di 68 minuti, calcolata tra la decima e la dodicesima settimana. Questa, secondo gli autori, è la normale “curva del pianto” che accomuna tutti i bebè del mondo.
Genitori italiani apprensivi ma anche attenti
Ma il pianto dei neonati non sempre è associato al dolore. Nelle prime settimane di vita è un modo per comunicare anche la fame o il sonno, per esempio. Nel giudicare i risultati della ricerca dovrebbero, quindi, essere tenuti in considerazione anche gli aspetti psicologico-culturali: il fatto che i neonati italiani piangano di più può derivare dal fatto che i genitori italiani sono più “attenti” ai loro bisogni, a volte magari anche troppo.