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Si tratta di un tema abbastanza controverso, che richiede attenzione. Gli antibiotici infatti sono farmaci importanti, che hanno permesso nei decenni passati di debellare malattie importanti e spesso mortali. L’uso eccessivo però può portare a conseguenze anche serie, come l’antibiotico-resistenza, in cui questi farmaci iniziano a essere meno efficaci.
Inoltre, nei neonati gli antibiotici possono impoverire il microbioma dell’intestino, con effetti sulle difese naturali dell’organismo. Insieme con gli esperti della Società Italiana di Neonatologia, cerchiamo di capire di più su quale sia il rapporto corretto tra neonati e antibiotici.
Quando dare gli antibiotici ai neonati?
È sempre il pediatra che deve stabilire quando un neonato, ossia un bambino di età inferiore ai 12 mesi, deve assumere un antibiotico. Vediamo tre situazioni classiche in cui i genitori possono chiedersi se somministrare antibiotico.
1) In caso di infezione virale
Se il bambino ha il raffreddore o l’influenza, l’antibiotico non va somministrato perché è del tutto inutile. Infatti raffreddore, influenza ma anche altre infezioni che circolano nei mesi invernali sono legati a virus, quindi gli antibiotici, che sono attivi contro i batteri, sono totalmente inefficaci.
Spesso queste infezioni guariscono spontaneamente. Nel caso sopravvenga la febbre o compaiano sintomi come inappetenza, sonnolenza, nervosismo, è il pediatra che può stabilire se la malattia virale si è complicata in infezione batterica, come otite o bronchite.
Lo specialista può accertare questo sospetto attraverso una visita accurata del bambino e può eseguire l’antibiogramma con il prelievo di una piccola quantità di muco. Questo si analizza in laboratorio e si può stabilire l’antibiotico più adatto al batterio responsabile dell’infezione.
2) Se compare otite media
Se un bambino ha l’otite media, diagnosticata dal pediatra, non è detto che debba necessariamente assumere l’antibiotico. Dipende dall’età, perché l’antibiotico viene solitamente prescritto nei neonati al di sotto dei sei mesi, per evitare che l’infezione si complichi in otite interna.
Nei neonati, infatti, le difese dell’organismo sono ancora in via di formazione e i piccolissimi spesso non hanno la capacità di risolvere l’infezione. In caso di otite media, spesso l’antibiotico viene suggerito anche tra i 6 e i 24 mesi. Nei bambini dai due anni in poi, il pediatra spesso suggerisce di attendere 48-72 ore perché l’infezione talvolta si risolve spontaneamente. Questo succede se si riesce ad effettuare una pulizia nasale accurata per rimuovere il muco. Se però il bambino presenta sintomi importanti come malessere, dolore, uscita di pus dall’orecchio, è opportuno che assuma antibiotici.
3) Quando c’è mal di gola
Nel caso il bambino piccolo abbia mal di gola, è importante prima escludere un’infezione batterica. Il mal di gola infatti spesso ha origine virale. Il pediatra visita il bambino ed esamina la gola. Se individua la presenza di placche bianche, il medico sospetta la presenza di una infezione da Streptococco b-emolitico di gruppo A che richiede una cura con antibiotici per bocca. Si esegue quindi un tampone faringeo e poi il test rapido. Se il tampone è positivo si assume l’antibiotico corretto, mentre se è negativo si attende che l’infezione si risolva.
Effetti negativi degli antibiotici ai bambini
È importante quindi somministrare ai neonati gli antibiotici sono quando è strettamente necessario. Questi medicinali sono attivi contro i batteri, quelli nocivi ma anche quelli “buoni” che popolano l’organismo. I microbi di questo tipo costituiscono il microbioma, un universo di microrganismi amici che contribuiscono alla crescita sana dell’organismo e allo sviluppo delle difese naturali. Inoltre ci possono essere effetti immediati, dovuti a ipersensibilità al farmaco, come:
- mal di pancia
- vomito
- diarrea
- eruzioni cutanee
- nervosismo
In questi casi è necessario contattare immediatamente il pediatra.
Le conseguenze dell’assunzione nei neonati
Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, in seguito a un’indagine condotta su 12.422 bambini nati presso il Turku University Hospital in Finlandia, tra il 2008 e il 2010, ha mostrato modifiche nel microbioma intestinale dei piccolissimi che assumevano antibiotici nelle prime settimane di vita. I maschi che avevano assunto antibiotici avevano un’altezza inferiore ai coetanei tra i 2 e i 6 anni, mentre questo non è stato osservato nelle femmine. Sia i maschi sia le femmine presentavano invece un aumento di massa grassa. I risultati devono ancora essere confermati da ulteriori studi, ma suggeriscono precauzioni nell’assunzione di antibiotici non necessari.
Se il neonato non vuole assumere l’antibiotico
Una volta che il pediatra ha stabilito che una cura antibiotica è necessaria per un neonato, può insorgere il problema dell’assunzione. Spesso, infatti, i genitori devono somministrare farmaci ai bambini e i piccolissimi non vogliono assumere il farmaco che si prende per bocca.
Se il bambino ha l’età per capire, i genitori devono ricorrere a strategie efficaci per convincerlo. No a minacce e rimproveri: è meglio spiegare ai bambino che quel farmaco lo aiuterà a stare bene, a far sparire il dolore all’orecchio o alla gola, così potrà tornare presto a uscire e a giocare con gli amici. Si può associare all’assunzione un momento di coccole o si può provare a giocare che il suo pupazzo preferito prenda la medicina.
Se, invece, il bambino è troppo piccolo, si può provare a refrigerare il prodotto, in modo che risulti più gradevole. L’utilizzo della siringa predosata al posto del cucchiaino è sempre suggerita non solo perché si rispetta la quantità giusta, ma anche perché il prodotto raggiunge prima la gola e viene deglutito più facilmente. Il piccolo infatti ne avverte meno la consistenza.
L’antibiotico non deve essere mescolato ad altri cibi e soprattutto ad altri eventuali medicinali. Se il bambino lo vomita entro mezz’ora dall’assunzione, si deve ripetete la somministrazione.
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