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Quella di fare indossare il pannolino ai nostri bambini nei primi anni di vita sembra davvero una scelta inevitabile, eppure ci sono alcune mamme che decidono di farne a meno fin dalla nascita del piccolo o quasi. Questo è possibile dal metodo EC Elimination Communication, che a volte viene chiamato anche IPT Infant Potty Training, cioè educazione precoce al vasino.
Si può crescere senza pannolino?
Si ritiene comunemente che il bambino non abbia il controllo degli sfinteri, cioè della muscolatura necessaria per la minzione e la defecazione, prima dei 18/24 mesi, cioè il periodo in cui in genere si cerca di togliere l’abitudine del pannolino. In realtà alcuni studi sembrano dimostrare che gli sfinteri dei bambini anche molto piccoli siano molto più funzionanti di quanto riteniamo comunemente; spesso è proprio l’abitudine a indossare il pannolino che ritarda questo momento e ci rende meno consapevoli dei segnali che lancia il nostro bimbo quando deve scaricarsi.
Metodo EC: cos’è e come funziona?
Ci sono alcune mamme che ritengono che sia possibile crescere un bimbo senza fargli indossare il pannolino o ricorrendo molto raramente a questo indumento. Per molte potrà sembrare un’assurdità, ma se si pensa che ci sono zone del mondo in cui il pannolino non viene utilizzato, questa pratica diventa più comprensibile. Il metodo EC, spiegato anche nel libro Diaper Free! The Gentle Wisdom of Natural Infant Hygiene di Ingrid Bauer, viene a volte chiamato anche “educazione precoce al vasino”. In realtà ci dobbiamo dimenticare dei metodi coercitivi che prevedevano di tenere a lungo il piccolo sul vasino per abituarlo al suo utilizzo, ma concentrarci invece sui segnali che ogni bambino è in grado di lanciare e che noi adulti possiamo interpretare per venire incontro ai suoi bisogni. Come capiamo se un bimbo ha sonno o ha fame, possiamo imparare a capire anche quando il piccolo deve fare la pipì o la cacca, posizionandolo su una bacinella oppure sul vasino quando sarà più grande.
Come mettere in pratica il metodo EC dalla nascita
Mettere in pratica questo metodo fin dai primi giorni di vita è davvero difficile, anche perché i neo genitori saranno stanchi e dovranno già far fronte a molti cambiamenti e a qualche difficoltà. Il metodo EC si può però cominciare in qualsiasi momento, anche già dal primo o dal secondo mese di vita del piccolo. È importante considerare che la minzione nei bimbi così piccoli è molto frequente e che quindi è difficile prevedere ogni episodio: bisogna quindi avvicinarsi a questo metodo con tanta pazienza e senza l’aspettativa che tutto proceda da subito senza “incidenti”. La cosa più importante, come sempre, è rispettare i tempi del bimbo e garantire la sua serenità. In questo momento, quando il bimbo è così piccolo, si può scegliere di cominciare ad interpretare i segnali del bimbo, ma usando anche pannolini e pezze di stoffa per evitare di sporcare troppo spesso abiti e lenzuolini.
Il metodo EC a partire dai 2 o 3 mesi di vita
Già a partire dal secondo mese del bimbo i genitori, o chi si occupa del bimbo, possono cominciare a riconoscere i segnali che anticipano le evacuazioni del bimbo e a far caso agli orari. Di solito nei primi mesi di vita le scariche avvengono subito dopo la pappa e la minzione subito dopo la nanna, poi a distanza di qualche ora, quando la vescica si è riempita di nuovo. I segnali possono cambiare molto da un bambino all’altro, ma possiamo imparare a riconoscere un pianto particolare, delle smorfie caratteristiche o l’arrossamento del visino quando deve defecare. Quando ci sembra di riconoscere questi segnali dobbiamo svestire rapidamente il bimbo e posizionarlo sopra ad una bacinella tenendolo tra le braccia, sorreggendo la schiena e la testa con un braccio mentre le gambine con l’altra mano, in modo da fargli assumere una posizione accovacciata che favorisca la spinta. In questo modo si abituerà il bambino a comunicare questo bisogno ancora prima di parlare, con smorfie, espressioni e sguardi.
Il metodo EC dai 7/8 mesi
A partire dai 7/8 mesi di vita il bambino è in genere capace di star seduto da solo, quindi si potrà farlo sedere sul vasino, sostenendolo in caso di bisogno. In questo modo l’associazione tra l’azione di scaricarsi e il vasino sarà naturale e spontanea e molto difficilmente ci saranno reazioni di rifiuto del vasino che a volte i bimbi possono manifestare durante lo spannolinamento tradizionale.
Quali sono i segnali da osservare?
Prima di cominciare a praticare questo metodo ci si può soffermare per qualche giorno nel tentativo di individuare i segnali del bambino. Ogni neonato è diverso e ha il suo modo di comunicare, ad esempio una smorfia caratteristica o l’abitudine di agitare le manine o i piedini in un certo modo. In genere tra i segnali più comuni ci sono:
- il pianto o dei versi particolari;
- uno stato generale di irrequietezza;
- contrazioni della pancia;
- trattenere il respiro;
- uno stato di immobilità improvvisa;
- rossore del viso e l’inizio delle spinte nel caso della defecazione.
È utile tenere conto anche delle tempistiche: nei primi mesi di vita tra una pipì e l’altra passano in media 15 o 30 minuti, in seguito queste tempistiche si allungano fino ad un paio d’ore. Anche in questo caso il vostro spirito di osservazione sarà fondamentale: appuntatevi eventuali abitudini del vostro piccolo in modo da poter prevedere con maggiore sicurezza il momento giusto!
L’abbigliamento giusto per il metodo EC Elimination Communication
Non c’è un abbigliamento giusto o sbagliato per praticare il metodo EC, ma il buonsenso ci consiglia di puntare su capi comodi e pratici, che possano essere sfilati o abbassati rapidamente nel momento in cui cogliamo i segnali del nostro bambino. In questa fase sarebbero quindi da evitare tutine intere, salopette, body e tutti i pantaloni che prevedono bottoni o allacciature particolari che ci costringono a perdere del tempo per slacciarle. Possiamo quindi puntare su mutandine e pantaloni con l’elastico, che ci permettono di denudare il piccolo in pochi istanti. Non dimenticate di fare scorta di mutandine, abiti di ricambio, asciugamani e traverse: nei primi tempi i piccoli incidenti di percorso saranno inevitabili, l’importante è non innervosirsi e non scoraggiarsi!
In copertina foto di Pixabay da Pexels