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Il neonato viene visitato dal pediatra già pochi giorni dopo la nascita. Visite che si susseguiranno a brevi intervalli per tutto il primo anno di vita. Nel corso di questa prima visita (che può avvenire anche nella struttura ospedaliera in cui il piccolo è nato), lo specialista valuta, tra l’altro, lo stato delle fontanelle del neonato. Punti di “incrocio” tra le ossa che compongono il cranio, le fontanelle del neonato sono costituite da un robusto rivestimento fibroso e destinate a essere sostituite da tessuto osseo. Hanno l’importante funzione di permettere al cranio del bebè di adattarsi durante il passaggio nel canale del parto, senza subire danni.
La situazione alla nascita
Alla nascita, soltanto due delle sei fontanelle del neonato sono in genere ancora aperte: quella posteriore o lambdoidea, posizionata sulla nuca, si chiude tra la 6ª e l’8ª settimana di vita del bambino; quella anteriore o bregmatica, dalla forma romboidale, situata sopra la fronte, si chiuderà invece entro il 1° anno e mezzo di vita del bambino. Se la calcificazione dovesse risultare troppo lenta, il pediatra potrebbe prescrivere alcuni esami per accertarsi delle cause del ritardo.
Tra le principali rientra la carenza di vitamina D, sostanza che favorisce la mineralizzazione delle ossa (ovvero la fissazione del calcio e del fosforo) che, in genere, viene risolta tramite la somministrazione di integratori.
Tanta delicatezza
Quest’area della testa quindi può essere toccata, lavata e pettinata con delicatezza, ricorrendo a un pettine dalle punte arrotondate o una spazzola dalle setole morbide, senza che ciò rischi di provocare alcun trauma al piccolo. Non è il caso di allarmarsi nemmeno se si nota un leggero infossamento della fontanella anteriore o, viceversa, un suo rigonfiamento: se ciò si evidenzia mentre il bebè piange, infatti, si tratta di manifestazioni del tutto normali che non indicano la presenza di nessun particolare disturbo.