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Una delle operazioni con cui i neo genitori devono fare pratica una volta giunti a casa dall’ospedale è la pulizia del cordone ombelicale, chiamato anche moncone ombelicale, che in genere cade in maniera spontanea nel giro di una decina di giorni. Nonostante tutte le precauzioni e le attenzioni, però, può capitare che questa zona delicata si infiammi e che abbiano luogo delle complicanze come ad esempio il granuloma ombelicale. Si tratta di una piccolo nodulo umido formato da tessuto rosa o rosso, di dimensioni variabili da 1 mm a 1 cm, che si può formare nell’area intorno all’ombelico e che è accompagnato da una secrezione di liquido o simile a sangue.Una neoformazione benigna, che di solito non dà fastidio al bambino: deve però essere curata con attenzione perché può dare luogo a sintomi come febbre e irritazione della pelle, oltre a favorire la comparsa di infezioni.
Perché si forma nei neonati?
Dopo la nascita del piccolo, una delle operazioni che vengono eseguite di routine è il taglio del cordone ombelicale che nei mesi della gravidanza ha fornito il nutrimento necessario al bambino. Dopo il clampaggio rimane un moncone, detto moncone ombelicale, che nel giro di un paio di settimane al massimo si cicatrizza e cade spontaneamente. In alcuni casi – circa un neonato su 500 – si può verificare la comparsa del granuloma ombelicale, una complicazione legata alla cicatrizzazione del moncone ombelicale e ad un eccesso di tessuto cicatriziale.
Le cause del granuloma ombelicale neonatale
Le cause del granuloma ombelicale possono essere diverse, ma sono sempre dovute ad una difficoltà di cicatrizzazione del moncone ombelicale che dà vita ad uno stato di infiammazione della zona, accompagnata da una secrezione di liquido. Tra le cause più comuni ci sono:
- predisposizione del bambino a sviluppare il granuloma ombelicale e ad essere in generale più soggetto al rischio di infezioni;
- una manipolazione poco attenta del moncone ombelicale, ad esempio non pulendo bene la zona, utilizzando prodotti poco adatti oppure comprimendola con indumenti troppo stretti o non traspiranti;
- un altro errore potrebbero essere lavaggi troppo frequenti che lasciano la zona umida e quindi più facilmente soggetta a infezioni;
- infezioni batteriche o fungine nella zona del moncone ombelicale, che possono influire sulla formazione del granuloma.
Si può prevenire?
Il rischio di sviluppo del granuloma ombelicale può essere limitato seguendo alcune norme igieniche semplici ma essenziali nella medicazione del moncone. Prima di iniziare bisognerebbe quindi lavarsi le mani con acqua e sapone e assicurarsi di rimuovere con delicatezza ma efficacemente i residui di urine e feci che possono trovarsi nella zona circostante all’ombelico. È bene tenere a mente anche che non è sconsigliato lavare il bimbo immergendolo in acqua, ma questo potrebbe ritardare la caduta del moncone ombelicale.
Rimedi
Il granuloma ombelicale dovrà essere valutato dal pediatra, che ne prenderà in considerazione le dimensioni, il colore, la consistenza e la tipologia di secrezione. In genere, però, questa complicanza può essere gestita a casa dai genitori con diversi tipi di cure, che devono sempre essere suggerite dal pediatra:
- tenere semplicemente la zona pulita e asciutta per favorire la guarigione naturale, evitando di manipolare eccessivamente il granuloma;
- impacchi di sale da cucina alla base della cicatrice, da effettuare sempre dietro consiglio del pediatra;
- utilizzare dietro prescrizione medica un preparato in polvere a base di zucchero salicilato al 3%, da applicare più volte al giorno aiutandosi con una garza asciutta; la polvere applicata durante una medicazione va rimossa prima della medicazione successiva;
- matita caustica a base di nitrato d’argento al 75%, che riesce a “bruciare” in maniera indolore il granuloma. Questa operazione deve essere svolta dal pediatra in ospedale o in ambulatorio;
- una legatura con filo di seta alla base del granuloma, una tecnica che deve essere applicata dal pediatra.
Nel caso molto raro in cui nessuno di questi metodi dovesse funzionare si può ricorrere all’asportazione chirurgica, che porta ad una guarigione completa e definitiva.
In copertina foto di cherylholt da Pixabay