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Usare il cellulare può interferire con l’accudimento dei bambini che ne risentono in termini di crescita e sviluppo. Se la mamma si distrae di continuo per chattare, navigare o semplicemente controllare il display dello smartphone, sostengono ricercatori dell’Università della California di Irvine (Usa), non può assicurare ai suoi piccoli costanza e stabilità delle cure, con ripercussioni sullo sviluppo cerebrale dei piccoli.
Lo studio in laboratorio
Nei primi mesi di vita, infatti, le reti neuronali necessitano di stimoli continui per svilupparsi: se non li ricevono, il bambino rischia di sviluppare disturbi emotivi e psicologici durante l’adolescenza. Per dimostrare che usare lo smartphone può interferire con l’accudimento dei bambini, gli autori sono partiti dai topi. Hanno esaminato gli atteggiamenti di alcuni roditori allevati in un ambiente tranquillo o in uno caotico e, attraverso un approccio matematico, hanno analizzato i comportamenti messi in atto dalle loro madri quando li nutrivano durante i primi mesi di vita. L’analisi ha rilevato che nell’ambiente caotico, le topoline offrivano ai loro piccoli un’attenzione “frammentaria” e non costante.
A rischio depressione da adolescenti
Dopo essere cresciuti, gli esemplari che avevano ricevuto cure discontinue risultavano poco interessati ai cibi dolci e a giocare con i coetanei (due atteggiamenti indicatori della capacità di provare piacere). Ciò accade perché i recettori cerebrali della dopamina, il neurotrasmettitore del piacere, si sviluppano nei primi mesi di vita e sono stimolati da modelli affidabili di comportamento: in assenza di questi, questi sistemi non maturano correttamente e i bimbi sviluppano anedonia, l’incapacità di sentirsi felici. Una volta adolescenti, potrebbero essere propensi ad assumere atteggiamenti rischiosi, al fine di provare piacere, o a sviluppare disturbi depressivi.
Dedicarsi solo al bebè
Sarebbe, quindi, opportuno spegnere il telefono cellulare quando ci si prende cura del proprio bambino e dedicarsi a lui con continuità, interagendo con lui e guardandolo negli occhi.