Argomenti trattati
Dopo la nascita, del cordone ombelicale che, per mesi, ha assicurato al feto il nutrimento necessario, non resta che un moncone di pochi centimetri. Nei giorni successivi al parto, il moncone ombelicale si secca e si indurisce, fino a cadere spontaneamente. Fino a quel momento, va medicato quotidianamente, per favorire i naturali processi di mummificazione (disidratazione e caduta).
Come si fa la medicazione
Le infermiere dell’ospedale spiegano sempre la procedura alla mamma prima delle dimissioni. Il moncone e l’area circostante vanno tamponati con una garza sterile imbevuta di alcol a 70 gradi o di una soluzione disinfettante, per esempio a base di clorexidina. Poi si avvolge delicatamente il moncone con una garza nuova e si appone una fascetta tubolare a rete elastica, rivolgendo il moncone verso l’alto. La medicazione dell’ombelico del neonato va eseguita almeno due volte al giorno e sempre quando l’area ombelicale si bagna o si sporca. Una volta caduto il moncone, è sufficiente medicare l’area con acqua ossigenata per 1 o 2 giorni.
I segnali da osservare
Se il moncone assume un colorito nerastro non c’è da preoccuparsi: è il segnale che l’essiccazione sta avvenendo. Se, invece, si nota un rigonfiamento dell’ombelico che aumenta quando il bambino piange, tossisce o fa uno sforzo, potrebbe essere un segnale di ernia ombelicale. Si risolve spontaneamente nel giro di mesi, senza necessità di cure. Non bisogna applicare cerotti, fasce o dischetti di cotone. La cicatrice dell’ombelico del neonato non deve presentare secrezioni o fuoriuscita di sangue. La presenza di cattivo odore, arrossamenti o alterazioni della pelle deve essere segnalata subito allo specialista.