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Finché è tranquillo, sonnecchiante o sorridente tutto bene: ma non appena il piccolo comincia a piangere
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a neomamma può andare in crisi: teme per la sua salute o si colpevolizza perché non riesce a calmarlo. In realtà, il pianto del bambino è una forma di espressione vitale e naturale per il piccolo: sin dalla nascita è l’unico modo che ha a disposizione per comunicare al mondo esterno come sta, quali sono i suoi desideri o i suoi disagi. Inoltre, spesso è anche un modo per scaricare la tensione e l’energia accumulata nel corso della giornata.
Quanto piange
In media, il pianto del bambino è così caratterizzato:
– 1 ora e tre quarti nelle prime 2 settimane di vita,
– 2 ore e tre quarti dalla seconda settimana a un mese,
– 2 ore – 2 ore e tre quarti durante il secondo mese,
– 1 – 2 ore dal secondo al terzo mese di vita.
Cause e rimedi
Ci sono comunque alcuni elementi che aiutano a comprendere le ragioni del pianto del bambino. Ecco qualche esempio.
Ha fame o sete
È un pianto piuttosto vigoroso che tende ad aumentare sempre di più fino a divenire “prepotente” se il bebè non viene soddisfatto. Se preso in braccio il bambino non si calma ma ruota la testa verso il seno, oppure tenta di succhiare qualcosa (le manine o il lenzuolino). È bene soddisfare la richiesta di latte del piccolo soprattutto nei primi mesi di vita senza troppa rigidità negli orari.
Ha mal di pancia
Le coliche gassose sono tra le cause principali del pianto del neonato a partire dalle prime settimane di vita fino ai 3-4 mesi. Il pianto è immediato e vivace. Il bambino diventa rosso in viso, tira le gambe, si irrigidisce, si contorce e piange senza sosta. Può essere utile prenderlo in braccio e tenerlo a pancia in giù per cullarlo oppure tenerlo disteso contro la propria pancia, cullandolo. Utile anche il massaggio al pancino, che va fatto intorno all’ombelico, in senso orario.
Ha caldo, freddo o è infastidito
Il pianto per stress da stimoli (luce intensa, rumori forti, freddo) scoppia all’improvviso e in maniera vigorosa. Se, invece, il bebè ha caldo, il pianto è flebile. Per farlo smettere, basta eliminare le cause che gli provocano disagio.
Vuole le coccole
È un pianto lamentoso che può diventare fragoroso se non ascoltato, ma appena preso in braccio il piccolo si calma. Niente timori di vizi o di bambini tiranni: un bambino coccolato, amato, che riceve risposte alle sue richieste sarà un adulto più sicuro di sé ed equilibrato. Quindi, è bene prendere in braccio e coccolare il bambino quando lo richiede.