La pelle del neonato ha uno spessore inferiore di circa il 20% rispetto a quella dell’adulto, è poco protetta perché manca del film idrolipidico e della secrezione sebacea, ha un pH (grado di acidità) più elevato e minori difese naturali. Si tratta infatti di una cute fragile che facilmente perde equilibrio e idratazione, diventando secca, squamosa, a volte irritata e arrossata. Occorre quindi prestare particolare attenzione a tutti i gesti di pulizia, sia per il modo con cui si eseguono, sia per la scelta dei prodotti dermocosmetici che si utilizzano.
Non troppo spesso: due, tre bagnetti alla settimana garantiscono al neonato una giusta igiene nel pieno rispetto della delicatezza della pelle, mentre si possono lavare anche più volte al giorno parti come il sederino, purché si usi solo acqua. Dieci minuti di immersione nella vaschetta sono sufficienti: una sosta più lunga in acqua finirebbe infatti per impoverire eccessivamente la cute. Importante infine dedicare attenzione all’asciugatura, soprattutto nei punti dove sono presenti pieghe cutanee, perché la pelle che resta umida diventa ancora più fragile e soggetta ad irritarsi.
Solo prodotti su misura
I prodotti che si usano per la pulizia dei bebè devono essere specificamente formulati per loro. Sono banditi quindi i detergenti per adulti che, per quanto delicati, non sono adatti alla fragile cute del neonato. Le formule “su misura” invece nascono da studi specifici e sono testate per garantire la massima tollerabilità. In ogni caso al momento dell’acquisto è sempre bene controllare che abbiano un pH (grado di acidità) neutro, per un’azione lavante delicata e rispettosa del fragile equilibrio cutaneo dei più piccoli, e una composizione studiata per non irritare la pelle e gli occhi, nel caso degli shampoo.
L’appuntamento con l’igiene del bebè inizia con il bagnetto, che si può fare subito dopo la caduta del moncone. Le regole da seguire per questo gesto di pulizia e insieme di benessere sono poche e semplici. La prima è quella di usare solo le apposite vaschette in materiale plastico che hanno misure adatte ai neonati, sono stabili sul piano d’appoggio e comode sia per il piccolo sia per la mamma; inoltre possono essere lavate e disinfettate con facilità per garantire il massimo dell’igiene.
Occhio alla temperatura
La temperatura dell’acqua va sempre controllata con un termometro: deve essere infatti attorno ai 32-35°; nella stagione invernale si può anche riscaldare l’ambiente perché il piccolo non prenda freddo.
Quando si immerge il bebè nell’acqua della vaschetta è fondamentale sostenergli sempre con una mano il collo e la testa visto che non è ancora in grado di farlo da solo. Con l’altra mano gli si può lavare il pancino, i piedini e le gambine. Per ultimo si può girare il neonato in modo che appoggi il pancino su un avambraccio mentre si procede con l’altra mano a lavargli la schiena e il sederino.
Anche dopo la poppata
Il momento ideale per il bagnetto? Non ne esiste uno uguale per tutti ma solo quello che il bebè preferisce. Non ci sono per altro preclusioni di sorta: si può decidere di fare il bagnetto anche dopo la poppata: a pancia piena il piccolo è in un momento di pieno relax e può essere lavato con tutta calma, pronto poi per la nanna.
Pochi o tanti che siano, i capelli vanno sempre lavati con una certa frequenza. Lo si può fare al momento del bagnetto usando una spugna morbidissima, meglio se naturale, imbevuta di acqua e massaggiando con delicatezza il cuoio capelluto. Volendo si può procedere alla pulizia anche senza fare il bagnetto: l’importante durante l’operazione è tenere sempre il capo leggermente all’indietro per evitare che l’acqua e lo shampoo colino sul viso e sugli occhi. E controllare con scrupolo la temperatura dell’acqua perché non sia troppo calda: tenerla in una brocca semplifica di molto l’operazione. Il momento della pulizia è ideale anche per fare un delicato massaggio al cuoio capelluto procedendo con leggeri movimenti circolari dei polpastrelli: aiuta a rilassare il bebè e a conciliare il sonno.
Per pulire gli occhi basta una garzina sterile inumidita con acqua fisiologica. Una volta al giorno è sufficiente, ma se l’occhietto si sporca spesso e presenta secrezioni filanti è necessario il parere del pediatra.
Per quanto riguarda le orecchie, la parte è molto delicata e va pulita solo all’esterno, a livello del padiglione auricolare, facendo attenzione a non premere troppo e a non spingersi nel condotto uditivo. Per il lavaggio può bastare l’acqua, mentre per asciugare l’orecchio (è importante farlo con particolare cura per prevenire problemi come l’otite) si può usare un panno di cotone molto morbido. I bastoncini di cotone? Sono concessi, ma solo per pulire il padiglione auricolare e nulla più. In ogni caso è bene tenere presente che il cerume rappresenta una protezione naturale per le orecchie dei piccoli: inutile quindi pulirle tutti i giorni, ma solo un paio di volte alla settimana.
Normalmente non è necessario pulire la bocca nei neonati, ma se la mamma lo desidera può prendere una garza imbevuta di soluzione fisiologica e passarla delicatamente sulle gengive e nel cavo orale per togliere eventuali residui di latte. Quando poi spuntano i primi dentini si può usare lo spazzolino senza dentifricio finché il piccolo non è in grado di sciacquarsi la bocca.
Nel momento in cui il bambino riesce a lavarsi i denti da solo è bene che lo faccia sempre sotto l’occhio attento dei genitori che dovrebbero controllare che proceda in modo corretto pulendo con cura entrambe le arcate dentali. Quello che conta in questa fase è fare in modo che la pulizia dei denti sia sempre vissuta come un gioco, non come una costrizione, altrimenti si rischia di sortire l’effetto inverso a quello desiderato.
Quando il bebè è appena nato è sconsigliato fare lavaggi nasali o usare gli aspiratori che possono compromettere la delicatissima mucosa del naso che, sollecitata eccessivamente, finisce per produrre altro muco. I piccolissimi per altro possiedono una naturale capacità, attraverso starnuti e rigurgiti, di risolvere da soli il problema delle secrezioni eccessive. Solo se si notano problemi respiratori è bene rivolgersi al pediatra che può consigliare, oltre a eventuali farmaci, anche adeguate strategie di pulizia del naso.
Il lavaggio di questa parte delicata andrebbe fatto a ogni cambio di pannolino per preservare l’equilibrio della zona e prevenire efficacemente irritazioni e rossori. In genere è sufficiente usare solo acqua tiepida, soprattutto nei primi giorni di vita, ma volendo si può aggiungere, purché in minima dose, un detergente delicato, a base di amido di riso e di altre sostanze vegetali ad azione emolliente e calmante. Nulla vieta poi di passare il culetto del piccolo sotto l’acqua corrente tiepida (badando che non diventi improvvisamente calda).
Mentre si esegue il lavaggio della zona genitale, attenzione al movimento della mano che nelle bambine deve andare sempre dal davanti all’indietro per evitare che i germi fecali si trasferiscano nella zona genitale provocando irritazioni o infezioni. Sempre nelle bambine è importante anche ricordarsi di detergere la zona vulvare, tra le grandi e piccole labbra. Nei maschietti che presentano ancora la parte terminale del pene coperta da una sottile pellicina è bene lavare solo la zona esterna. Nei più grandicelli, invece, si può abbassare delicatamente il prepuzio e lavare anche la punta del pene per rimuovere eventuali depositi di smegma (una sostanza secreta dai genitali, mischiata a cellule cutanee, sebo e materiali umidi provenienti dalle urine).
Fonti / Bibliografia
- Lavaggi nasali: come farli e quando - Ospedale Pediatrico Bambino GesùIl lavaggio nasale è importante per evitare le infezioni favorite dal ristagno del muco nel naso di bambini e neonati