Argomenti trattati
Meglio non esagerare con il bagnetto del neonato, purché si detergano bene le parti intime. Attenzione anche alla qualità del momento, che deve essere vissuto come una coccola. I pediatri spiegano che i neonati nelle prime settimane di vita non necessitano di un bagnetto completo quotidiano: basta pulire con cura le parti intime. La “zona pannolino” va lavata e pulita ogni volta a ogni cambio. Per lavare il sederino è bene procedere dal davanti verso dietro, ricordandosi di asciugare bene, soprattutto nelle pieghe cutanee, da quelle dietro le orecchie a quelle di braccia e gambe, fino al tronco, per scongiurare il rischio di irritazioni.
Sufficiente due-tre volte alla settimana
Il bagnetto del neonato quotidiano non è, dunque, necessario. Può essere riservato a un paio di volte alla settimana, almeno fin quando il bambino non diventa più attivo e si sporca di più. Che si tratti del cambio pannolino o del bagnetto, comunque, l’importante è dare spazio e attenzione al momento di coccola con il proprio bambino.
Un rito importante
Diverse ricerche confermano, infatti, che la routine del bagnetto del neonato effettuata da un genitore è fondamentale per la crescita, lo sviluppo, la comunicazione e l’apprendimento del bambino. Uno degli elementi più importanti è il “tocco” di un genitore amorevole: i primi legami emozionali con i più piccoli si creano con il contatto fisico e rappresentano il principio dello sviluppo emozionale e intellettuale nei successivi anni. Ma anche la stimolazione olfattiva è un elemento fondamentale, in quanto i ricordi evocati dall’olfatto sono i più emozionanti e piacevoli rispetto a quelli creati dagli altri sensi.
A suon di musica
Durante il bagnetto del neonato i genitori possono offrire un gioco multisensoriale al piccolo e rafforzare il legame affettivo. Riprodurre musica e cantare, per esempio, può stimolare aree del cervello responsabili della memoria o delle immagini visive, mentre interagire e parlare con il bebè può aiutare lo sviluppo del linguaggio: studi scientifici mostrano che i bambini con cui si parla di più conoscono un maggior numero di parole entro i primi 24 mesi di vita. Sguazzare nella vaschetta e schizzare l’acqua, invece, insegna al bambino il meccanismo causa-effetto.